Negli ultimi anni la nozione di memoria si è rivelata – nell’ambito degli studi teatrali, coreici e performativi – un terreno molto fertile per sguardi obliqui, particolari, sulle manifestazioni del corpo attraverso una prospettiva transdisciplinare. Si è scelto quest’ultimo termine per definire un approccio alla materia della danza non confinabile all’interno di specifiche discipline né limitato all’integrazione dei singoli paradigmi, ma orientato alla connessione e inclusione di molteplici sguardi appartenenti al mondo esterno – la società tutta – verso i processi di ricerca artistici, nella costruzione di un’epistemologia capace di costruire futuri possibili.
Il notevole interesse della riflessione per il concetto di memoria riferito alle pratiche coreografiche riguarda non solo – come è na...
]]>Fra arte e realtà: la call diramata per questo numero di «Mimesis Journal» individua un campo estremamente saliente per le arti performative contemporanee che si colloca al centro di una dialettica fondante in tutta la storia dello spettacolo così com’è stata costruita in Occidente; invitando a declinare tale questione in rapporto alla scena e allo spazio pubblico, suggerisce ragionamenti di più vasta portata su cosa si possa considerare entro tali cornici di azione e di pensiero.
All’incrocio fra tali coppie di territori d’indagine si può intravvedere un terzo “luogo” (fisico e concettuale) di ricerca che spesso rimane implicito nei percorsi di studio: l’università è al contempo una delle aree della scena e uno degli spazi pubblici che maggiormente frequentiamo nella quotidianità in quanto studiose e studiosi, e in un certo senso lo sono pure i saperi che concretizziamo a viva voce o su carta. Anche negli ambienti...
]]>A partire dagli anni Novanta le arti performative hanno guardato sempre di più ai luoghi naturali in modo costante e organico nella loro modalità produttiva. Questo per una necessità artistica ampiamente motivata dal nuovo pensiero ecologico applicato alla performance, mentre, più di recente, per rispondere agli importanti investimenti della politica culturale verso quella direzione.
L’interesse di danzatori e danzatrici, coreografe e coreografi, nei confronti degli spazi naturali non si esaurisce, dal punto di vista storico, in queste recenti realizzazioni. Anzi. L’universo della danza ha avuto, da sempre, meno resistenze a rapportarsi con gli spazi aperti e naturali rispetto al teatro, forse ostacolato dal limite della dispersione del suono.
Il contributo si aprirà, infatti, con una serie di riferimenti ad alcune centrali esperienze del Novecento, limitandoci alla modern e alla postmodern dance, che si caratterizzano proprio per l’inserimento del corpo nel paesaggio naturale...
]]>Originariamente deputati alla tutela e alla valorizzazione delle opere d’arte a scopo didattico, i muse...
]]>Come la scena si volge e si aggroviglia al mondo in trasformazione della contemporaneità? In che modo le arti live fanno-mondo? E viceversa, possono le forme di vita e le soggettività che emergono dai conflitti in corso aprire nuovi punti di vista da cui guardare le pratiche performative? Vorrei provare a mappare alcune incandescenze che segnano una zona di comunanza tra forme estetiche e forme di vita – entrambe intese come modi di creazione, di invenzione. Nell’indagare le tendenze in atto nella scena contemporanea, si può osservare che negli ultimi anni le live arts contemporanee si manifestano sempre più come una forma di pensiero critico e come spazio di emersione delle soggettività, che spesso sconfina con l’attivismo (con esiti talvolta ambigui). Il nodo che qui si aggroviglia è dunque la relazione tra pratiche cor...
]]>Con il termine biopolitica, ripreso dalla tradizione foucaultiana si intende l’insieme dei dispositivi, dei discorsi e delle infrastrutture politiche che, a partire dalla nascita della società moderna, fa del suo centro primario di interesse la gestione della vita, la sua conservazione o dissipazione e la sua riproduzione. Nell’analisi di Foucault con il passaggio alla modernità e in stretta cooperazione con l’affermarsi del liberalismo si sfalda una concezione del potere legato alla sovranità imperniato sul monopolio della gestione della morte – il sovrano incarna colui che decide se sottrarre o mantenere la vita dei sudditi – e si passa a un modello che concepisce la vita dei cittadini come bene essenziale per l’avanzamento dello Stato: «nasce quel sociale, ibrido di p...
]]>Sono molto interessata alla storia, in particolare a osservare come i nostri corpi, oggi, siano influenzati dalle prospettive discorsive del passato.
Mette Ingvartsen
La folla danzante per le strade è sempre stata considerata sospetta, come racconta la storia delle coreomanie. Esplosioni estatiche di danze implacabili, movimenti sussultori improvvisi, convulsioni corporee e gesti incontrollati hanno coinvolto, ricorsivamente, gruppi di pe...
]]>Questi anni Venti del nuovo millennio si stanno rivelando inequivocabilmente apocalittici, nel senso etimologico del termine. L’occidente culturale sta sperimentando, come una scossa violenta, lo svelamento, la rivelazione, la manifestazione di un destino annunciato, quello del rischio di estinzione della specie e della catastrofe del mondo, causati dalla stessa mano umana.
Alla luce delle cogenti istanze del presente, le domande poste, circa un anno fa, all’interno della richiesta pubblica di contributi per la composizione di questo numero monografico, dedicato a Danza e realtà. Le urgenze di danza e performance sulla scena e nello spazio pubblico, riecheggiano ora con maggior vivezza:
]]>Qual è ancora il valore dei corpi danzanti e della loro presenza, presi singolarmente e/o coralmente, in uno spazio performativo tradizionale o digitale rispetto all’emersione di nuove domande di carattere politico, economico, sociale, etico, culturale e artistico?
Quali urgenze alimentano le ...