Navigazione – Mappa del sito

HomeNumeriN° 41, 1III. RecensioniMichele Colucci, Storia dell'immi...

III. Recensioni
12

Michele Colucci, Storia dell'immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni

Alessandro Stoppoloni
Notizia bibliografica:

Michele COLUCCI, Storia dell'immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni, Roma, Carocci, 2018, 243 pp.

Testo integrale

  • 1 Nel caso dell'emigrazione italiana degli ultimi, se non ci si vuole accontentare dell’idea della “f (...)
  • 2 Cfr. COLUCCI, Michele, «Le rimesse verso l’Italia: tendenze recenti e questioni interpretative», in (...)

1Se si prendessero in esame le prime pagine di un qualunque quotidiano italiano degli ultimi due anni (a prescindere dall'orientamento politico della testata) probabilmente l’immigrazione straniera risulterebbe essere uno dei temi più trattati. Stesso discorso per gli altri mezzi di informazione, compresi i social network. Non manca l’attenzione nemmeno sull’emigrazione italiana: il tema viene ciclicamente riproposto, di solito a tinte fosche. Spesso le considerazioni proposte sull’uno o l’altro aspetto sono legate a un evento specifico e non riescono ad analizzare in profondità il problema che hanno di fronte, fermandosi a considerazioni superficiali1. Come ci ricorda però Michele Colucci nella conclusione del suo libro, facendo ricorso a delle citazioni di Marc Bloch, il metodo storico dà a chi vuole usarlo proprio la possibilità di cogliere nessi e relazioni che altrimenti rischiano di sfuggire alle singole prospettive. Questo sembra essere stato proprio l’intento dell'autore durante la stesura del libro: il risultato è un volume di dimensioni ridotte ma ricco di fonti e accessibile anche a chi non ha solide conoscenze di base del tema. Michele Colucci è attualmente ricercatore presso l’Istituto di studi sul Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche a Napoli e si occupa da tempo di migrazioni, pubblicando contributi, per fare solo alcuni esempi, sull’emigrazione italiana, sull’importanza della disoccupazione e sulle rimesse2.

  • 3 COLUCCI, Michele, Storia dell'immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni, Roma, Ca (...)
  • 4 Sul punto e sul concetto di “displaced persons” si può consultare SALVATICI, Silvia, Senza casa e s (...)
  • 5 Sul tema si veda SANFILIPPO, Matteo, «I campi in Italia nel secondo dopoguerra» in Meridiana, 86, 2 (...)
  • 6 COLUCCI, Michele, Storia dell’immigrazione straniera in Italia, cit., pp. 25-26.

2Il libro, strutturato in sette capitoli, si apre con la descrizione dell’arrivo del cittadino sudafricano Jerry Masslo a Roma nel marzo del 1988 e con la morte dello stesso Masslo avvenuta poco più di un anno dopo a Villa Literno, fra il 23 e il 24 agosto del 1989. Colucci chiarisce subito di non ritenere l’Italia un Paese di “recente immigrazione”: pur riconoscendo negli ultimi venticinque anni un periodo di chiaro rafforzamento del fenomeno migratorio secondo l'autore non è opportuno schiacciare così tanto la prospettiva, visto che si escluderebbero anni in cui l’immigrazione era forse meno visibile ma tutt’altro che irrilevante3. Coerentemente il primo capitolo si apre con l’Italia del secondo dopoguerra e con la difficile situazione di tante persone che furono colte dalla fine delle ostilità in un Paese straniero: è il caso dei giuliano-dalmati, di tanti ebrei ma anche di soldati dei diversi schieramenti4. Colucci si sofferma in particolare sul caso dei primi e sul ruolo che gli ex campi di prigionia attivi sotto il fascismo ebbero nell’alloggio temporaneo dei nuovi arrivati5. Non viene trascurata nemmeno la parte legislativa e istituzionale: sotto il primo aspetto si evidenzia come alla formulazione molto ampia sul diritto di asilo inserita dall'articolo 10 della Costituzione faccia da contrappeso la mancanza di una legislazione specifica sul tema e soprattutto la convenzione di Ginevra del 1951 che riservava l’accoglienza solo a chi veniva dai paesi dell'est europeo. Inoltre, si poteva fare riferimento solo a fatti antecedenti il 1951, restringendo così molto la platea dei potenziali aventi diritto. A fronte di un afflusso di persone dall'estero ancora non massiccio l’Italia fece i conti negli anni Cinquanta anche con una forte spinta migratoria verso l’estero. Questa concomitanza di fattori costrinse le strutture dello Stato a organizzarsi di conseguenza: secondo l’autore la forma che si delineò in questi anni fu poi in grado di durare nel tempo6.

  • 7 Ibidem, pp. 29-31.
  • 8 Ibidem, pp. 56-63.
  • 9 Ibidem, pp. 74-77.

3A partire dagli anni Sessanta si iniziarono a scorgere degli elementi di cambiamento rispetto agli anni precedenti: uno di questi fu l’aumento del numero di studenti stranieri in Italia e la conseguente loro maggiore presenza all’interno della vita pubblica del Paese7. Non furono però gli unici. In quegli stessi anni si costituirono delle comunità di immigrati in alcune zone specifiche, come Mazara del Vallo e la Sicilia occidentale per i tunisini o l'Italia nord-orientale per chi proveniva dalla Jugoslavia. Proprio in queste occasioni si verificarono dei primi attriti fra i lavoratori locali e gli immigrati e la presenza di questi ultimi diventò sempre più evidente e stabile. Colucci evidenzia come da più parti si iniziasse ad auspicare un intervento organico del Legislatore, anche grazie alle prime indagini statistiche e alle inchieste giornalistiche che già tratteggiavano con sufficiente precisione la crescente importanza degli immigrati all'interno del sistema economico e sociale italiano8. Fra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta Colucci registra un deciso aumento del numero dei profughi (provenienti soprattutto dal Vietnam), ma anche l’emergere di associazioni, sindacati e gruppi religiosi che nel giro di breve tempo riuscirono a essere riconosciuti come soggetti centrali nella gestione dell'immigrazione, sia con interventi assistenziali sia con iniziative finalizzate a ottenere un cambiamento delle norme. Uno degli esempi proposti da Colucci è l’azione di don Luigi Di Liegro e della giovane branca romana della Caritas, ma vengono citate anche la comunità di Sant’Egidio e la Cgil. L'autore evidenzia anche quanto l’immigrazione straniera abbia pesato nella definizione delle regole per l'ingresso nello spazio di libera circolazione che si stava creando all’interno di una parte di quella che era la Comunità economica europea: il dubbio che l’Italia non fosse abbastanza ligia al momento di valutare le domande di ingresso avrebbe spinto i primi Paesi europei firmatari dell'accordo di Schengen del 1985 (Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi) a escluderla dai negoziati e dalla firma dell'accordo. L’ingresso nell’area di libera circolazione avverrà solo nel 1990, quando le possibilità di incidere sull’impianto dell’accordo erano ormai molto limitate. Negli anni Ottanta ci fu anche una delle prime leggi che tentava di introdurre delle regole nel settore (legge Foschi, 1986) e che, tramite una sanatoria, regolarizzò la situazione di più di centomila immigrati9.

  • 10 Ibidem, pp. 93-96. Sull’immigrazione dall’Albania e in particolare sull’affondamento della motonave (...)
  • 11 Per approfondimenti sul conflitto e sulle modalità di accoglienza dei profughi in Italia si rimanda (...)

4Fra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta Colucci riconosce un altro momento di forte discontinuità: il crollo del muro di Berlino e la rapida dissoluzione di quello che era stato il blocco sovietico portarono diverse persone a spostarsi dall’Europa dell’est, ma allo stesso tempo anche i flussi migratori provenienti dall’Africa e dall’Asia acquisirono vigore. Una parte sempre più consistente della popolazione italiana si trovò a contatto con degli immigrati e questo fece crescere sia una rete di sostegno sia le preoccupazioni di chi in questa presenza vedeva un pericolo per il proprio lavoro e per i propri interessi. Colucci quindi ritorna sulla storia di Jerry Masslo, appena accennata nel prologo: impiegato come bracciante nelle campagne del casertano, Masslo nell’estate del 1988 organizzò insieme ad altri colleghi delle proteste per ottenere migliori condizioni di lavoro. Forze politiche come il Movimento sociale italiano nello stesso momento stavano portando avanti una campagna contro la presenza dei migranti e nella stessa zona c’erano già stati due omicidi di lavoratori stranieri. Jerry Masslo venne ucciso durante un tentativo di rapina operato nei confronti dei migranti, ormai vicini alla fine della stagione di raccolta. La morte di Masslo suscitò un grande clamore e una delle prima forme di organizzazione e sciopero da parte dei braccianti stranieri che il 20 settembre 1989 decisero di non accettare il lavoro che veniva offerto loro dai caporali locali e di iniziare invece un corteo per ricordare Masslo, ucciso un mese prima. Le conseguenze non si fecero attendere troppo a lungo: dopo un'indagine promossa dalla Commissione per gli affari costituzionali della Camera il governo varò nel 1990 la cosiddetta legge Martelli. Il provvedimento introdusse una nuova sanatoria e riformò in profondità il diritto d'asilo, facendo venire meno i vincoli stringenti che erano stati introdotti con la Convenzione di Ginevra. Non fu però solo la mobilitazione dei braccianti nel casertano a spingere il Governo e il Parlamento: arrivarono pressioni anche dagli altri Stati europei che miravano a una maggiore cooperazione, soprattutto dopo il crollo del muro di Berlino. Oltre all’adesione all’accordo di Schengen e alla legge Martelli, nel 1990 venne approvata la convenzione di Dublino che doveva chiarire in quale Stato europeo la singola persona dovesse presentare richiesta di asilo. L’ingresso dell’Italia in questi accordi comportò anche il riconoscimento del Paese come parte della frontiera europea, con conseguenze che influenzano ancora oggi il dibattito sull’immigrazione (basti pensare alle frequenti richieste da parte di diverse forze politiche di rivedere i principi di base della Convenzione di Dublino). Colucci dedica poi parecchio spazio agli arrivi dall’Albania che caratterizzarono i primi anni Novanta, soffermandosi in particolare sulla vicenda della nave Vlora e sulle modifiche in senso restrittivo introdotte nella legislazione proprio in seguito alle polemiche che seguirono l’arrivo della nave e la gestione degli albanesi appena arrivati10. L’arrivo negli stessi anni di molti profughi dai Balcani a causa della guerra in Jugoslavia11 e dalla Somalia e l’approvazione della restrittiva legge sulla cittadinanza nel 1992 completano secondo Colucci la svolta di questi anni.

  • 12 COLUCCI, Michele, Storia dell’immigrazione straniera in Italia, cit., p. 120.

5Gli anni successivi vengono presentati come un consolidamento della situazione precedente. Colucci allo stesso tempo non trascura i nuovi provvedimenti normativi, come la legge Turco-Napolitano del 1998 che introdusse i Centri di permanenza temporanea (Cpt) e la programmazione annuale di flussi di ingresso in base alle richieste del mercato del lavoro, riconoscendo allo stesso tempo il diritto all'assistenza sanitaria anche a chi non avesse i documenti in regola. Non manca una nuova sanatoria, strumento adoperato con continuità da governi di diverso schieramento politico negli anni presi in esame12. Colucci sottolinea poi i punti di continuità che la legge del 1998 ha con quella del 2002, nota come legge Bossi-Fini. C’è spazio anche per valutare l’importanza che il tema dell’immigrazione straniera ha avuto nella letteratura o nella scuola. Particolarmente interessante è la riflessione sulla nascita del termine “seconde generazioni” e sul difficile accesso alla cittadinanza italiana per migliaia di ragazzi e ragazze che hanno vissuto in Italia tutta o buona parte della loro vita. Il volume si spinge fino agli anni appena trascorsi proponendo molti dati statistici.

6La ricostruzione di Colucci si fonda su una notevole varietà di fonti (letterarie, d’archivio e a stampa) e ciò la rende molto solida, senza però risultare di difficile lettura o eccessivamente impegnativa. La tanta letteratura citata dà inoltre al lettore diversi spunti per approfondire ulteriormente. Nel complesso il volume appare un ottimo lavoro di sintesi che non si limita a riassumere ricerche precedenti e fornisce un taglio interpretativo utile a chiunque voglia confrontarsi con il tema.

Torna su

Note

1 Nel caso dell'emigrazione italiana degli ultimi, se non ci si vuole accontentare dell’idea della “fuga dei cervelli”, si può consultare PUGLIESE, Enrico, Quelli che se ne vanno. La nuova emigrazione italiana, Bologna, Il Mulino, 2018.

2 Cfr. COLUCCI, Michele, «Le rimesse verso l’Italia: tendenze recenti e questioni interpretative», in FONDAZIONE MIGRANTES (a cura di), Rapporto italiani nel mondo 2017, Todi, Tau, 2017, pp. 63-70; COLUCCI, Michele, GALLO, Stefano, L’emigrazione italiana. Storia e documenti, Brescia, Morcelliana, 2015; COLUCCI, Michele, «La disoccupazione come problema storico: uno sguardo al caso italiano», in Storica, 64, 1/2016, pp. 173-183.

3 COLUCCI, Michele, Storia dell'immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni, Roma, Carocci, 2018, pp. 12-13.

4 Sul punto e sul concetto di “displaced persons” si può consultare SALVATICI, Silvia, Senza casa e senza paese. Profughi europei nel secondo dopoguerra, Bologna, Il Mulino, 2008.

5 Sul tema si veda SANFILIPPO, Matteo, «I campi in Italia nel secondo dopoguerra» in Meridiana, 86, 2/2016, pp. 41-56. L’intero numero è dedicato ai profughi.

6 COLUCCI, Michele, Storia dell’immigrazione straniera in Italia, cit., pp. 25-26.

7 Ibidem, pp. 29-31.

8 Ibidem, pp. 56-63.

9 Ibidem, pp. 74-77.

10 Ibidem, pp. 93-96. Sull’immigrazione dall’Albania e in particolare sull’affondamento della motonave Kater i Rades si rimanda a LEOGRANDE, Alessandro, Il naufragio, Milano, Feltrinelli, 2011. Sull’Albania si può consultare anche il recente LANGER, Alexander, LEOGRANDE, Alessandro, Dialogo sull’Albania, Bolzano, Alphabeta Verlag, 2019.

11 Per approfondimenti sul conflitto e sulle modalità di accoglienza dei profughi in Italia si rimanda a RASTELLO, Luca, La guerra in casa, Torino, Einaudi, 1998.

12 COLUCCI, Michele, Storia dell’immigrazione straniera in Italia, cit., p. 120.

Torna su

Per citare questo articolo

Notizia bibliografica digitale

Alessandro Stoppoloni, «Michele Colucci, Storia dell'immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni»Diacronie [Online], N° 41, 1 | 2020, documento 12, online dal 29 mars 2020, consultato il 16 février 2025. URL: http://journals.openedition.org/diacronie/13143; DOI: https://doi.org/10.4000/11sfl

Torna su

Autore

Alessandro Stoppoloni

Alessandro Stoppoloni (Roma, 1989) ha completato nel luglio del 2015 il percorso per ottenere il doppio titolo nell’ambito del corso integrato italo-tedesco organizzato dall’Università di Bologna e da quella di Bielefeld discutendo una tesi dal titolo Fra teoria e pratica: la psicologia politica di Peter Brückner (1966-1978). In precedenza ha studiato presso le Università Roma Tre e Paris X (come studente Erasmus). In questo momento si sta occupando di temi legati alla storia della psichiatria. Per «Diacronie» si occupa delle traduzioni dalla lingua tedesca.
URL: < http://www.studistorici.com/progett/autori/#Stoppoloni >

Articoli dello stesso autore

Torna su

Diritti d'autore

CC-BY-SA-4.0

Solamente il testo è utilizzabile con licenza CC BY-SA 4.0. Salvo diversa indicazione, per tutti agli altri elementi (illustrazioni, allegati importati) la copia non è autorizzata ("Tutti i diritti riservati").

Torna su
Cerca su OpenEdition Search

Sarai reindirizzato su OpenEdition Search