Sesso, nuove tecnologie e management: reificazione del corpo e del desiderio in Web cam di Francesca Mazzuccato
Testo integrale
- 1 Cfr. Burchia, Elmar, “Ogni 39 secondi online nuovo video porno”, in Corriere della sera, 10 Aprile (...)
- 2 Ibid.
- 3 Bauman, Zygmunt, Amore liquido, Roma-Bari, Laterza, 2008, p. 65.
1Considerato come capitale da sfruttare seguendo le logiche della consumazione rapida, il sesso è diventato, in quest’epoca di economia neoliberale, uno dei prodotti più interessanti da commercializzare. Lo testimonia la massiccia presenza nel mercato di business che, supportati e appoggiati da potenti forze e logiche commerciali, hanno sottomesso la sessualità ai parametri e alle regole del management. Il terreno dove è più visibile questa mercificazione è, sicuramente, il mercato online. Parlano chiaro l’esorbitante numero di contenuti pornografici presenti e immessi su internet quotidianamente, così come le cifre da capogiro che ruotano attorno al cyber-sesso, che supererebbero i guadagni di colossi della rete quali Microsoft, Google, Amazon, eBay e Apple1. Se il mercato del sesso online è oramai “il settore più attivo e redditizio di tutto il commercio digitale”2 lo si deve tanto alle peculiarità della rete, che consente facilità di accesso, prezzi di ogni tipo, forme di commercializzazione sempre più capillarmente invasive con altrettante diversificazioni a seconda del target e dei gusti degli internauti, quanto al cambiamento dello status sociale e dei significati legati al sesso (relegato nella sua immagine attuale, secondo il sociologo Zygmunt Bauman, a “mero evento fisiologico”3) e alla banalizzazione a cui è stata sottoposta la pornografia, stigmatizzata dalla cultura di massa (oltre che dal Web, dalla TV, dalla stampa, dalla pubblicità) e trasformata in un normale prodotto di consumo e in preziosa fonte di reddito.
- 4 Il termine “erotico” è qui utilizzato riprendendo la corrente definizione che viene data ai romanzi (...)
2Non vi è dubbio che l’assenso di un vasto pubblico alla pornografia registratosi con l’avvento di Internet abbia altresì condizionato e supportato precise scelte editoriali, per di più stimolate dalla favorevole ricezione del libro “erotico”4, come comprovato dagli entusiastici riscontri di cui è stato oggetto, in Spagna e all’estero, L’Età di Lulù (1989) di Almudena Grandes o dal successo di vendite registratosi in Inghilterra con la serie Black Lace.
- 5 Riguardo alle predilezioni editoriali e mediatiche dell’erotismo femminile, è eclatante il caso, di (...)
- 6 Agli inizi degli anni ’90, Nadine Strossen descriveva così la situazione americana: “La ricercatric (...)
- 7 Da una ricerca effettuata dalle edizioni Borelli, il 65% dei lettori della collana Pizzo nero appar (...)
- 8 Sono molti i siti o web magazine che permettono alle donne di liberare le loro più crude fantasie e (...)
- 9 È il caso, tra le altre, di Carolina Cutolo che nel suo romanzo Pornoromantica (Roma, Fazi editore, (...)
- 10 Gentile, Stefania, “Intervista a Francesca Mazzucato”, http://www.kultunderground.org/archivio.asp? (...)
- 11 Francesca Mazzucato, scrittrice molto attiva in rete, ha un suo blog principale (http//::www.narraz (...)
- 12 Mazzucato, Francesca, La sottomissione di Ludovica, Modena, Borelli editore, coll. Pizzo nero, 1995 (...)
- 13 Il romanzo a sfondo intimamente autobiografico (o pseudo-tale) è una tendenza radicatasi a partire (...)
- 14 Tali esperienze sono state oggetto anche di articoli, contributi, studi-inchiesta o di interviste, (...)
- 15 Angelini, Manuela, Erotici ed emarginati, http://www.chiamacitta.com/Welcome/ser/n247/mazzucato/htm(...)
- 16 Mazzucato, Francesca, Confessioni di una coppia scambista, Bologna, Giraldi, 2006.
- 17 Mazzucato, Francesca, Confessioni di un’alcolista, Bologna, Giraldi, 2007.
- 18 Mazzucato, Francesca, Generazione McDonald’s, Cava de’ Tirreni, Marlin editore, 2008.
- 19 Mazzucato, Francesca, La sottomissione di Ludovica, cit.; Hot line, Torino, Einaudi, 1996; Il diari (...)
- 20 Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 12
- 21 Ibid., p. 37.
- 22 Ibid., p. 14.
- 23 Ibid., p. 81.
- 24 Ibid., pp. 42 e 61.
- 25 Ibid., p. 61.
3È sulla base di tutti questi fattori che si deve leggere l’esplosione e la portata del fenomeno erotico-editoriale italiano. Attualmente, sono numerose le case editrici e/o collane specializzatesi in tal senso (le edizioni ES, le collane “Le librette di controra” di AR e “Pizzo nero” di Borelli, ecc.) ed è sempre più evidente la presenza nei cataloghi di editori non del “settore” (come Fazi, Guanda, Marsilio, Mondadori, Einaudi, ecc.) di romanzi, di traduzioni e di manuali a carattere sessuale. Ad aprire il varco della massiccia affermazione del romanzo erotico italiano, è stato Gian Franco Borelli che ha fondato la sua collana “Pizzo nero”, nei primi anni ’90, riprendendo l’essenzialismo strategico di prediligere le firme femminili5, tendenza radicatasi in molti paesi occidentali6, per rispondere alla domanda e all’avvicinamento crescente delle donne ai materiali erotici, tanto in veste di produttrici che di fruitrici7. Un altro particolare da non trascurare è che le nuove tecnologie hanno e continuano a incentivare, sotto diverse forme, questo tipo di scrittura8, mantenendo vivo e intrattenendo il suo effetto di moda (anche nell’eccesso e nelle sue derive) e, soprattutto, a suggerire nuove logiche marketing all’industria editoriale, come evidenziato dal sempre più stretto rapporto tra scrittura cartacea e virtuale, spesso coadiuvato da una duplice forma di pubblicazione. Questa dimensione che pone virtuale e editoria come vasi comunicanti viene dalle donne che, inviando storie o gestendo siti a carattere erotico, hanno raggiunto una visibilità che ha consentito loro di approdare successivamente alla carta stampata9, ma nasce anche dall’atteggiamento di alcune scrittrici del settore che arrivate all’editoria elettronica10 dopo aver pubblicato le prime opere, diventano ideatrici di siti (si veda Alina Rizzi), collaboratrici instancabili di web magazine o portali e curatrici dei propri blog, da cui non di rado recuperano materiali narrativi. Francesca Mazzucato, fuori serie di questa seconda categoria11, ha posto al centro della sua narrazione i mali della nostra epoca (alcolismo, perversione, solitudine, precarietà, ecc.), utilizzando la mortificazione del corpo come metafora fondamentale per l’interpretazione del degrado neoliberale e delle devianze della società materialistica12. Cavalcano l’onda modaiola della “testimonianza”13, si misura direttamente con gli ambienti e le cose che racconta, sperimentando in prima persona situazioni per poi riformularle narrativamente14 (Hot line, per esempio, libro “totalmente autobiografico, dalla prima all’ultima pagina”15, è il risultato di tre mesi di lavoro di Mazzucato, per l’appunto, in una hot line) o servendosi di esperienze altrui come base per il racconto (Confessioni di una coppia scambista16, Confessioni di un’alcolista17, Generazione McDonald’s18). Ma seppur il corpo rimanga centrale in tutta la sua produzione, è sfruttando la sessualità come espressione patologica della società odierna che la scrittrice raggiunge i risultati migliori19. Così accade nei suoi tre romanzi erotici ispirati alla tecnologia (Hot line, Web cam, Diario di una blogger). Web cam, si apre con un percorso à rebours dove vengono ripresi i punti fondamentali delle avventure della telefonista erotica Lorena, oggetto di narrazione nel precedente racconto Hot line, che diventano riferimenti cruciali nello svolgersi della nuova trama. A modulare questa ripresa è la confusione emotiva di Lorena, associata ai ricordi della sua esperienza lavorativa nella hot line, professata in una forma introspettiva che traduce come l’instaurarsi di una nuova prostituzione-tecnologica vada di pari passo con un cambiamento etico-comportamentale che rende estremamente sfuocati i confini tra perversione e desiderio, certezze e insidie, violenza e piacere, mascheramento e realtà. Sono una serie di rimandi contradditori, di associazioni espresse in chiave ossimorica, che indicano chiaramente l’accentuata debolezza e la confusione a cui la combinazione consumo intensivo, nuove tecnologie e strapotenza del mercato sessuale ha sottoposto l’identità umana. Tacciando un bilancio della sua esperienza come telefonista, Lorena confessa di aver offerto “prelibatezze che in realtà erano orrori”20, di essere stata una “crocerossina puttana”21, di considerare la prostituzione virtuale come possibilità per il raggiungimento della “purezza assoluta”22. Tali peculiarità contrastive si radicalizzano nel corso del romanzo acquistando, peraltro, ulteriori sfumature direttamente correlate all’era della rete che permette a Lorena di mantenere il medesimo ruolo di “mercenaria del piacere”23 e, allo stesso tempo, di esercitare quello che lei considera “un mestiere, un modo di vita”24, ma questa volta in veste di “libera professionista”25.
- 26 Cfr. Melman, Charles, Entretiens avec Jean-Pierre Lebrun. L’Homme sans gravité, Paris, Gallimard, F (...)
- 27 Cfr. Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., pp. 41-42, 48 e 103-104.
- 28 Cfr. ibid., p. 50.
- 29 Cfr. ibid., pp. 50-51 e 103.
- 30 Ibid., p. 60.
- 31 “Resto incantata da una vetrina dove sono esposti gli ultimi portatili con DVD incorporati e altri (...)
- 32 “[Le preferenze] dei clienti fissi le annoto su un quaderno, e quando ho tempo mi esercito” (ibid., (...)
4La struttura impeccabile che sorregge la strategia marketing della protagonista di Web cam, Mazzucato la costruisce con minuzia ispirandosi ai principi stessi di quella che Jean-Pierre Lebrun definisce un’economia organizzata dall’esibizione del godere26. Lorena investe per l’acquisto dei materiali (descritti in maniera quasi maniacale in rapporto a marche, programmi, potenzialità, tipologia, modalità di funzionamento27) adeguati alle sue perfomance virtuali, organizza la pubblicità28 su Internet e su testate nazionali e regionali e mette in atto una vera e propria strategia marketing: si rifà a tutto un sistema di pagamenti sicuri29, si sottopone a “continui aggiornamenti sulle infinite varianti dell’eros”30 per essere all’altezza delle più disparate richieste, mantiene una vigile attenzione per le novità nel campo tecnologico31, raccatta clienti con il chattaggio e, dopo aver spiegato le condizioni, le offerte e i tipi di prestazione, fissa il prezzo, si accerta di aver ricevuto l’accredito e si esibisce, non disdegnando, in seguito, di attuare un sistema di vera e propria fidelizzazione32.
- 33 Cfr. Bauman, Zygmunt, Amore liquido, cit., p. 17.
- 34 “Società dei consumatori” è una definizione utilizzata da Bauman in chiave oppositiva rispetto alla (...)
- 35 Ibid., p. 41.
- 36 Ibid., p. 41.
- 37 Aubert, Nicole, Le culte de l’urgence. La société malade du temps, Flammarion, Paris, 2003, p. 187.
- 38 Maffesoli, Michel, L’istante eterno. Ritorno del tragico nel postmoderno, Roma, Sossella, 2003, p. (...)
- 39 Cfr. Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 69.
- 40 Cfr., ibid., p. 106.
- 41 Cfr., ibid., p. 112.
5Un quadro “aziendale” che la scrittrice usa coma base tecnica e supporto allo svelarsi di una trama che pone la protagonista nella condizione di misurarsi con tutte le contraddizioni legate alla “commercializzazione” virtuale del corpo, che diventa causa ed effetto di un’economia di mercato che contamina le relazioni rendendo obsoleti il mistero dell’attrazione e del desiderio che, dislocati fuori dal loro significato originario, vengono attualizzati da Mazzucato nel bisogno immediato dei clienti di soddisfare la voglia o, per dirla come Harvie Ferguson, “di togliersi la voglia”33. Una formula che designa l’esplosione e la cancellazione della dimensione sentimentale tradizionale e l’affermarsi di un nuovo significato semantico del desiderio in quella che il sociologo Zygmunt Bauman, in Amore liquido, definisce la società liquido-moderna, indicando con questi termini la vulnerabilità propria alla società dei consumatori34. Ed è nella frettolosa “cultura dell’adesso”35, formulazione sempre baumantiana e sempre radicata nella natura del fenomeno consumistico liquido-moderno, che Mazzucato iscrive l’architettura temporale di Web cam, caratterizzata principalmente dalla “ridefinizione (finora unica) del significato del tempo”36. Nei tanti passaggi prettamente “erotici” relativi alle performance, la rapidità dell’attimo dell’esibizione virtuale, l’associazioni di immagini sintetiche ed esplicite, quando non brutali, oltre a interrogare e interpellare i principi stessi della relazione su Internet, offrono un chiaro esempio della tirannia dell’istante, dell’esistere e del godere a grande velocità, che rimandano a un presente fugace (ovvero all’evento del consumo, privato di ponti con il passato e con il futuro), riflesso diretto di una civiltà occidentale staordinariamente materialistica orientata e caratterizzata da quegli stessi elementi che contraddistinguono la globalizzazione: brevità, dinamizzazione, appiattimento cronologico. Un tempo episodico, quello tradotto nella pagina scritta da Mazzucato, meglio definito, per rotture e discontinuità, dalla psicologa Nicole Aubert e dal sociologo Michel Maffesoli, rispettivamente, come puntista37 e punteggiato38; un tempo a schegge sottratto alla sua normale (o meglio classica) scansione diacronica, un tempo ridondante fatto di collegamenti velocizzati39, di violente sovrapposizioni di clienti40, di interruzioni bruscamente subordinate all’istante dell’orgasmo, resi in Web cam con una lingua concisa e lapidaria, povera in sintassi nel resoconto, talvolta dialogizzata41, ma sempre in maniera minimalista, tanto da rendere le frantumazioni temporali proprie al momento del contatto virtuale e perfettamente consequenziali alla trasformazione dell’immagine in parola, del tempo in denaro (durata della connessione):
- 42 Ibid., p. 112.
Il mio spazio è invaso dal frenetico desiderio di due maschi. Mi hanno inviato una mail tempo fa, sono americani. Poi hanno pagato. Un bonifico sul mio conto. Sono a disposizione. Americani, belli, omosessuali. [...] “Hi show me your cooks” “Oh yes”. Non so perché mi vogliono come spettatrice. [...] “Hey bady look at me”. “Guarda come lo svergino baby”. “Hey ragazza italiana guarda come lo faccio e godi con noi, cum with us” [...]. Lo penetra sotto i miei occhi [...]. Godono42.
- 43 Ibid., p. 130.
Marvel mi cerca, per qualche minuto mi collego con lui, mi mostra un “bambolo gonfiabile” [...]. Lo saluto in fretta. Poi due coniugi di La Spezia, sulla sessantina, vogliono che li guardi mentre si masturbano reciprocamente, seduti su un divano a fiori. [...]. Hanno pagato, resto collegata fino alla fine, poi chiudo la cam43.
- 44 Giuseppe Antonelli parla di lingua “ipermedia” valendosi di una triplice definizione: adozione di u (...)
- 45 Spinazzola, Vittorio, “Gli integrati di Aldo Nove”, L’indice dei libri del mese, gennaio 1998, p. 1 (...)
- 46 Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 70.
6Da questi passi emerge chiaramente una narrazione schiacciata sul frammento episodico delle connessioni, che si pongono come brevi e continui squarci sintomatici di un ambiente tecnologico in cui il corpo viene cannibalizzato e banalizzato. Così come si può facilmente constatare quanto la rappresentazione del corpo-oggetto sia interamente affidata a una scrittura modulata sulla nervatura di una lingua internettiana, che si potrebbe meglio definire come lingua “ipermedia”, tipica della cultura pulp italiana, giacché entra in diretta concorrenza con i nuovi media riproducendo un’oralità dissecata e la scansione tempistica tipiche della conversazione in rete44. Il trait d’union con il pulp lo si ritrova altresì nella brutalità della semplificazione e nell’eccesso di una lingua ricondotta al limite della trivialità. Tuttavia, è inopinabile la differenza della Mazzucato rispetto a una certa scrittura postmoderna riconoscibile, secondo Vittorio Spinazzola, per la sua rozzezza e provocarietà e da considerarsi come “espressione di una sottocultura vissuta con innocenza”45. Piuttosto, in Web cam, si possono intravedere i segni di uno stile mimetico lavorato su contenuti bassi che tende a mettere in evidenza la presenza di una sessualità invadente, totalizzante, perversa e sfrenata. Per di più, questo stile costruito sulla crudezza penetrante del linguaggio pornografico viene spezzato, sporadicamente e in un conflitto quasi stridulo, da spaccati narrativi incentrati su una riflessione emotiva e sensibile che decretano l’annullamento momentaneo delle confinazioni rigide tra linguaggio alto e basso. La dinamica dell’interagire di questi due registri contrastivi permette a Mazzucato di stabire un raffronto differenziale che, più che sottendere a una ricercata divaricazione, mira a “umanizzare” la sua protagonista, in una sorta di approfondito scavo psicologico, e a misurare gli effetti devastanti dell’angoscia esistenziale prodotta dagli umori infettanti dell’“asetticità” virtuale. In Lorena, all’entusiasmo delle possibilità offerte da Internet, si alternano stati depressivi causati dalle storie da lei vissute, che non riesce a neutralizzare una volta spento il computer e che sono all’origine di intossicazione e di “corruzione mentale”46. Ed è nei suoi rari spostamenti in città che ricerca il contatto reale e quella completa gamma sensoriale di cui l’ha privata la rete:
- 47 Ibid., p. 67.
La mia solitudine tecnologica conosce interruzioni, momenti di sosta. È necessario per non impazzire. Devo prendere aria, camminare lasciare scorrere i pensieri. Non sentire per un po’ il succedersi dei suoni che annunciano le connessioni, vedere la vita vera [...]. Le città vanno morsicate, visitate negli angoli sordidi. Riservano sempre sorprese, mi piace annusarle. [...] Gli odori disegnano percorsi che non dimentichi più47.
- 48 Bauman, Zygmunt, Amore liquido, cit., p. 86.
- 49 Il livellamento dei confini spaziali sono percettibili nella varietà dei collegamenti che spaziano (...)
7All’economia interna del romanzo scandita dai principi di frequenza e di esibizione del corpo, Mazzucato associa il coerente montaggio di una nuova dimensione spaziale che, in gioco col tempo, presenta anch’essa l’eccesso del limite iscritto nell’epoca tecnologica. Catturando gli aspetti dell’“avvento dell’estraneità-al-luogo”48 e sostituendoli ai parametri classici propri alla prossimità topografica, la scrittrice mette in scena l’ubiquità dell’era elettronica, traducendola tanto nella sua evanescente dimensione di vicinanza virtuale, quanto nel livellamento dei confini geografici49 e nell’omologazione del concetto di una sessualità esibita, innalzata e offerta nei templi della merce. Ma vi è di più in questo romanzo, in quanto Mazzucato non si limita a presentare lo spazio virtuale nella sua incontestabile veste di nuova frontiera per i consumi sessuali, ma lo declina attraverso l’impatto e l’affermarsi di nuove mentalità che gestiscono sistemi e modalità comportamentali basati su rinnovate forme di giudizio e di azione:
- 50 Ibid., p. 43.
Qualcuno dice che è rischioso, che mi offro a un mondo oscuro, pieno di insidie. Io le insidie le ho trovate alla luce del sole caldo e tranquillo della normalità. Mi terrorizza avere qualcuno davanti, l’incontro dei corpi, di solito goffo e ansioso. Da lontano si può aspirare alla perfezione [...]. Ci sono regole da rispettare, le mie regole. E posso cambiarle quando voglio. Il computer è il mio scudo50.
- 51 Ibid., p. 42.
Sono sola, protetta, ma disponibile per tutto il mondo. Basta un semplice programma, ICU2 (I see you too, anch’io ti vedo), o Netmeeting. Ci si può parlare attraverso un microfono oppure si può chattare [...]. Ci si vede attraverso lo schermo, due finestre parallele, io e l’altro, facce e corpi sconosciuti pronti a un amplesso da lontano, quello che preferisco51.
- 52 Bauman, Zygmunt, Amore liquido, cit., p. 87.
- 53 Ibid., p. 88
8E su questa capacità dell’autrice di cogliere il reale potenziale simbolico della rete e di integrarlo nella sua narrazione (come “la separazione tra comunicazione e relazione”52, la riduzione della pressione “che la vicinanza non virtuale ha l’abitudine di esercitare”53, ecc.), che appare in tutta la sua complessità l’affermarsi di una nuova relazione con il proprio corpo e con quello altrui:
- 54 Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 43; cfr. anche pp. 47, 77 e 168.
Non mi attacco a nessuno, non devo coricarmi accanto a sconosciuti e subire ogni volta l’affronto di nuovi odori, di umori corporali, di carezze finte. L’ho già provato, mi sono riempita di invisibili ferite. Adesso ho bisogno di difendermi. Erotismo molto celebrale e distacco 54.
- 55 Ibid., pp. 147-148.
Quando mi esibisco in web cam, [mi rendo] insensibile al contatto, pensandolo virtuale. I miei sussulti non provengono mai dalla carne. Posso immaginarli fino a renderli veri. Ma la carne nelle parti profonde, nelle viscere e nelle vene, non viene toccata. Ho sviluppato una protezione, un antivirus potentissimo55.
- 56 Mad Joe, dalla pagina 90 alla pagina 99, diventa voce narrante, sostituendo temporaneamente l’io na (...)
9Se attraverso le percezioni della protagonista il virtuale è posto come mezzo atto ad ampliare le possibilità del soggetto, è in queste stesse considerazioni che Mazzucato conferma il suo interesse per gli aspetti schizoidi della società contemporanea. Dai brani sopra riportati è evidente una costruzione tendenziosa e orientata a lasciare emergere il meccanismo di straniamento generato dallo schermo, che rimanda a un gioco di seduzione e di distacco che finisce per rendere distorto il rapporto con la realtà del mondo. Lorena, infatti, covando l’illusione di consumare le sue esperienze superando le barriere dello spazio e del tempo, offre un esempio paradigmatico e pragmatico della nuova patologia sociale da rete: la dissociazione. La confusione innescata dai falsi sfondamenti d’orizzonte imposti da modelli forzosi e astratti di perfezione ideale dettati dalle nuove tecnologie, si manifesta nell’impossibilità di un’esperienza di socializzazione e quindi d’affermazione dell’identità individuale. La rete, come condizione sociale della dissociazione schizoide (o come tendenza a vivere esperienze dissociative), è in Web cam sintomatica di una valenza emotiva modificata (alterazione del concetto dell’erotismo all’insegna del distacco dalle emozioni e dal corpo carnale) e di una scissione dell’Io individuale che ricerca e trova nel virtuale un meccanismo di difesa, di protezione e di mascheramento alle incombenze della relazione reale e dei fattori esterni. In questo modo, Mazzucato riporta il lettore verso quell’interesse clinico di cui è oggetto oggi il fenomeno internettiano che si impone nei termini di derealizzazione e alterazione d’identità. Lo interpreta come uno dei sintomi estremi ed eloquenti della nostra epoca, ma lo assoggetta, narrativamente parlando, anche a un’interessante inversione di marcia. Difatti, la percezione protettiva e liberatoria dello schermo che alimenta nella protagonista il sentimento di invulnerabilità, contrapposto a quello della fragilità del rapporto fisico “reale”, viene poco a poco messa in crisi da una realtà dei fatti che si rivela completamente contraddittoria. Si avverano profetiche le preoccupazioni del fidanzato di Lorena, Marcello, un professore universitario di filosofia poco avvezzo all’uso delle tecnologie, che più volte la mette in guardia riguardo ai possibili pericoli in cui potrebbe incorrere con la sua esposizione in web cam (trattandosi di un’offerta rivolta soprattutto ad un’umanità borderline, come ben evidenza la galleria di uomini depressi, perversi, affetti da paura di vivere, ecc.). Ad annientare le sicurezze della donna è uno dei suoi clienti, Mad Joe56, uno psicopatico che indossa un cappello da cow boy per coprirsi il viso durante i collegamenti, un uomo violento, affetto da manie di persecuzione, che le rivolge pesanti minacce. Ed è tramite la drammatica conversione di queste minacce virtuali in tragica “realtà”, che la trama del romanzo si infittisce, incrociando le linee e le tinte del thriller (da cui la definizione del romanzo di thriller erotico e tecnologico). Sequestrata e trasportata in un casolare da Mad Joe, Lorena viene ammanettata, insultata e violentata ripetutamente:
- 57 Ibid., p. 163; cfr. anche pp. 163 e 169.
Mi spiega appoggiandomi alla ringhiera del letto, sento che si slaccia i pantaloni e canta [...]. La sua canzoncina oscena mi perfora le orecchie mentre si avvicina, introduce il suo membro fra le mie cosce e mi penetra. Sono disgustata, confusa, cerco di isolarmi per sopportare di sentirlo dentro senza perdere i sensi, [...] l’ho fatto tante volte in web cam, l’ho mimato, raccontato, descritto, l’ho fatto come lo fa una puttana per decine di uomini paganti, ma questa è realtà, realtà spaventosa che mi atterrisce, posso solo cercare di allontanarmi, di costruire una barriera, una barriera densa, consistente, coprire le parti molli, proteggermi [...]. Mi viene dentro, poi si riveste, mi gira e mi spinge sul letto. Nuda, col suo sperma che mi cola sulle cosce57.
- 58 La posizione di vasi comunicanti del reale e del virtuale si rafforza nella conclusione del raccont (...)
10L’incubo della protagonista si conclude, dopo un rocambolesco incalzarsi di fatti (dove a predominare è sempre la posizione di vasi comunicanti del reale e del virtuale58), con la sua liberazione e l’arresto di Mad Joe. Tornata a una vita normale con il suo affettuoso e materno Marcello, a predominare in Lorena è la disillusione:
- 59 Ibid., p. 214.
Lo schifo del mondo, la solitudine, la follia. Ho conosciuto tutto. Sbriciolate le illusioni di purezza, quell’attrazione malate per le cose e le persone borderline, capovolte e oblique. Sbriciolata la pretesa di onnipotenza, l’idea di difendermi utilizzando artifici, ho deciso di tornare a fare la traduttrice, userò internet e le web cam solo ogni tanto, per gioco. Insieme a Marcello imparerò barcollando a vivere adattandomi a ritmi quieti e normali, illuminati dal suo amore59.
- 60 Cfr. Meda, Maria Grazia, Miss porno sesso, http://dweb.repubblica.it/dweb/2002/02/05/attualita/122m (...)
- 61 Troppo semplicisticamente, oggi, in Italia come nel mondo occidentale, i media tendono a innalzare (...)
- 62 Meda, Maria Grazia, Miss porno sesso, cit.
- 63 Ganeri, Margherita, “Le narratrici con i nervi tesi“, in Tirature ’98, a cura di Spinazzola, Vittor (...)
11In Web cam, la scrittrice ricompone in unità il quadro confuso e falsamente rivoluzionario del mondo consumistico occidentale giocando sul confine poroso del reale e del virtuale, due dimensioni costantemente correlate nel corso del romanzo, assoggettate a una continua e reciproca contaminazione sino ad arrivare, nel finale, a una loro totale convergenza. La scrittrice sceglie il corpo come sintetizzatore e collante tra le due dimensioni, iscrivendolo nelle più significative e radicali trasformazioni del presente e sottoponendolo a una doppia devitalizzazione: da un lato il corpo-monetizzato caratterizzato da un’a-fisicità legata alla sua fungibilità e strumentalizzazione tecnologica e vincolato virtualmente ad aspetti di disponibilità, di resa, di piacere, di fidelizzazione; dall’altro, il corpo profanato nel “reale”, piegato, violato, annullato, raccontato attraverso lo stupro subito dalla protagonista in passi di algido iperealismo e con i toni obliqui della cronaca morbosa. In entrambi i casi, il risultato è il raggiungimento di un limite estremo in cui il corpo si trova ridotto a valore cosale. Inutile, tuttavia, cercare un qualsiasi senso o intento moralizzatore in Mazzucato: non esiste. Inutile interpretare la libertina storia di Lorena, tragicamente naufragata, come un atto accusatorio suscitato dalla concatenazione tra libertà sessuale e de-moralizzazione del corpo sociale. Così come questo thriller erotico non può essere letto tramite la radicale equazione “erotismo esibito uguale affermazione del diritto di libertà sessuale”, formulazione semplicistica e ricorrente nella cultura mediatica dei nostri tempi quando si tratta di opere a firma femminile60. Un livellamento inappropriato (forse altra deviazione della cultura neoliberale?) che, esulando da un’imprescindibile valutazione artistica e da una cernita qualitativa, viene stabilito troppo spesso sulla sola base di atti sessuali che, trasposti nei testi, giustificherebbero l’affermarsi di una scrittura “femminista” capace di stravolgere l’antico postulato “donna-oggetto” in “donna-soggetto”61. Per le ragioni precedentemente evocate, appare altresì inopportuno lo scomodare presunte resistenze alla società patriarcale o alla “classica retorica sessuale maschile”62. La situazione merita sicuramente una riflessione molto più approfondita e accurata. Margherita Ganeri, partendo dalla raccolta Nella città proibita. Quattordici scrittrici italiane narrano l’erotismo, il desiderio, la seduzione (1997), considera il percorrere sempre più ricorrente dei territori “proibiti” della pornografia e dell’erotismo da parte delle donne come un “tentativo di una scrittura femminile di ‘rappresentarsi come soggetto’ nella complessa interazione del linguaggio con il corpo, e dunque con la sessualità”63. In Web cam, l’interazione del linguaggio e del corpo sollecita la necessità di ridisegnare i confini dell’identità sessuale. In effetti, come si è visto, la trama si snoda tanto sullo spessore carnale di un’identità sociale mescidata con i condizionamenti creati dai perversi meccanismi di mercato, quanto sulla difficoltà di gestire e di affermare la propria sessualità sottolineata tragicamente dallo stupro, la cui rappresentazione si allontana dalla classica dialettica “liberazione/repressione” (espressione di un sesso-potere gestito dall’identità maschile), per lasciare emergere, invece, la destabilizzazione delle relazioni sessuali, prodotta dal dissolversi di una civiltà millenaria, che ha come fondamenti impliciti il contrasto tra la perfetta logica dei comportamenti consumistici e l’efferatezza grottesca che essi generano. Proiezione stessa della società e dell’ideologia capitalistiche, la sessualità in Web cam è falsamente liberata ma pienamente liberale, è l’emblema delle complicanze e della confusione generate da un mutamento antropologico innescato dalle nuove tecnologie e dalla conseguente pseudo-rivoluzione dei costumi che, sotto le mentite spoglie del “tutto è possibile”, promuove pericolose reificazioni corporali e relazionali, mostrando quanto siano labili i confini che la separano da una sua pericolosa degenerazione in alienazione o in violenza. Lorena non è né un’eroina positiva né una donna consapevolmente liberata: nutre false illusioni, è vittima dello stesso ingranaggio da lei costruito, è manager del proprio corpo di cui, però, non riuscendo a preservarlo, diventa ingenua aguzzina. Portando sulla scena un corpo prima esibito e poi trafitto, la scrittrice traduce, dunque, la difficoltà all’ascesa, all’affermazione di un’identità sessuale femminile che si deve confrontare con le trappole tese da un’era che ha segnato una nuova comunicazione del corpo e che ha come esito estremo la difficoltà di assumere la propria esistenza carnale. Corpo che in Mazzucato acquista una valenza conoscitiva, la stessa mimesis appare legata a una precisa idea di corporeità che, interagendo con logiche marketing e con le nuove tecnologie, informa sulle ossessioni e sulle morbosità dei tempi moderni. Corpo da cui scaturisce un linguaggio sessualmente audace ed esplicito, corpo raccontato nei suoi congiungimenti carnali estremi e crudi. Nonostante ciò, la scrittrice sfugge alla gratuita rozzezza e al sensazionalismo scandalistico di molta narrativa erotica, affermando come sua fondamentale esigenza una rappresentazione espressa in assoluta coerenza rispetto al contesto raccontato e capace di tradurre, a più livelli, la crescente fragilità dei rapporti interumani nell’epoca “liquido-moderna”. Per questo motivo, la scrittura di Mazzucato trova la sua giusta e più appropriata collocazione nell’attuale generazioni di autori engagés che, senza mai perdere le prerogative di un realismo corrispondente ai nostri tempi, raccontano il mondo di oggi osservandolo da “territori illeciti” per mostrarne le più significative e deleterie manifestazioni.
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Note
1 Cfr. Burchia, Elmar, “Ogni 39 secondi online nuovo video porno”, in Corriere della sera, 10 Aprile 2007.
2 Ibid.
3 Bauman, Zygmunt, Amore liquido, Roma-Bari, Laterza, 2008, p. 65.
4 Il termine “erotico” è qui utilizzato riprendendo la corrente definizione che viene data ai romanzi che trattano di sessualità.
5 Riguardo alle predilezioni editoriali e mediatiche dell’erotismo femminile, è eclatante il caso, di qualche anno fa, che ha visto come protagonista Gianni Blondillo, a cui una rivista femminile ha rifiutato la pubblicazione di un suo racconto erotico. Per lanciare una sfida scritturale all’insegna dell’eros a firma “maschile”, Blondillo si è rivolto ad alcuni dei più prestigiosi e conosciuti autori italiani (tra cui Tiziano Scarpa, Marcello Fois, Gianluca Morozzi, Raoul Montanari, Andrea Bajani, Valerio Evangelisti) invitandoli a scrivere dei racconti, pubblicati in seguito nella raccolta Pene d’amore. Sette racconti erotici (Blondillo, Gianni, a cura di, Bologna, Guanda, 2008).
6 Agli inizi degli anni ’90, Nadine Strossen descriveva così la situazione americana: “La ricercatrice Lisa Williams stima che la metà delle donne sono regolari consumatrici di pornografia, e le donne oggi rappresentano la fascia di mercato che più velocemente sta aumentando tra i consumatori di materiali erotici. Questo fenomeno si è esteso anche nell’ambito produttivo, in cui vediamo crescere il numero delle donne che si occupano di scrivere, fare o propriamente produrre materiale pornografico, e molte di queste produzioni sono destinate a un pubblico femminile” (Strossen, Nadine, Difesa della pornografia. Le nuove tesi radicali del femminismo americano, Roma, Castelvecchi, 2005, p. 26).
7 Da una ricerca effettuata dalle edizioni Borelli, il 65% dei lettori della collana Pizzo nero apparterrebbe al sesso femminile. Cfr. www.pizzonero.com/stampa/corriere2.htm (consultato il 25 giugno 2009).
8 Sono molti i siti o web magazine che permettono alle donne di liberare le loro più crude fantasie erotiche espresse sotto forma di racconto. Cfr. www.rossoscarlatto.net, www.liberaeva.it, www.eroxe.it.
9 È il caso, tra le altre, di Carolina Cutolo che nel suo romanzo Pornoromantica (Roma, Fazi editore, 2008; prima edizione 2007), include i migliori post del blog www.pornoromantica.splinder.com che gestisce dal 2003.
10 Gentile, Stefania, “Intervista a Francesca Mazzucato”, http://www.kultunderground.org/archivio.asp?art=7055 (consultato il 25 giugno 2009).
11 Francesca Mazzucato, scrittrice molto attiva in rete, ha un suo blog principale (http//::www.narrazioni.blog.excite.it) e ha collaborato con vari siti erotici, tra cui il sito Eroxé, e con il blog http//:www.letteraturaerotica.blog.tiscali.it. Dei materiali virtuali organizzati in seguito in forma narrativa testimonia Diario di una blogger (Venezia, Marsilio, 2003).
12 Mazzucato, Francesca, La sottomissione di Ludovica, Modena, Borelli editore, coll. Pizzo nero, 1995; nuova edizione rivista e aumentata con un saggio sulla letteratura erotica, sempre Barelli, 2004.
13 Il romanzo a sfondo intimamente autobiografico (o pseudo-tale) è una tendenza radicatasi a partire dagli anni Ottanta. Tale peculiarità diventa lato distintivo di molta produzione erotica. Dall’esperienza in prima persona nascono i racconti di Bitanquita Louzouki Rollina F., Francesca Ferreri, Viola Page, ecc.
14 Tali esperienze sono state oggetto anche di articoli, contributi, studi-inchiesta o di interviste, incentrati spesso sui cambiamenti dei costumi sessuali, poi pubblicati nel 1997 in Sexual (scritto insieme a Patrizia Finucci, Sexual comprende 35 interviste in cui vengono raccontate le fantasie sessuali degli uomini italiani) o messi in rete.
15 Angelini, Manuela, Erotici ed emarginati, http://www.chiamacitta.com/Welcome/ser/n247/mazzucato/htm (consultato il 25 giugno 2009).
16 Mazzucato, Francesca, Confessioni di una coppia scambista, Bologna, Giraldi, 2006.
17 Mazzucato, Francesca, Confessioni di un’alcolista, Bologna, Giraldi, 2007.
18 Mazzucato, Francesca, Generazione McDonald’s, Cava de’ Tirreni, Marlin editore, 2008.
19 Mazzucato, Francesca, La sottomissione di Ludovica, cit.; Hot line, Torino, Einaudi, 1996; Il diario di Carmen, Modena, Borelli editore, coll. Pizzo nero, 2000; Transgender generation , Modena, Borelli editore, coll. Pizzo nero, 2001; Web cam, Venezia, Marsilio, 2002; Diario di una blogger, cit.; Confessioni di una coppia scambista, cit.; Kaddish profano per il corpo perduto, Roma, Azimut, 2008.
20 Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 12
21 Ibid., p. 37.
22 Ibid., p. 14.
23 Ibid., p. 81.
24 Ibid., pp. 42 e 61.
25 Ibid., p. 61.
26 Cfr. Melman, Charles, Entretiens avec Jean-Pierre Lebrun. L’Homme sans gravité, Paris, Gallimard, Folio Essais, 2007, p. 19.
27 Cfr. Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., pp. 41-42, 48 e 103-104.
28 Cfr. ibid., p. 50.
29 Cfr. ibid., pp. 50-51 e 103.
30 Ibid., p. 60.
31 “Resto incantata da una vetrina dove sono esposti gli ultimi portatili con DVD incorporati e altri meravigliosi artifici. Il mio Travelmate 513T sembra preistoria, mentre i desktop coi quali lavoro tengono il passo pur privi di DVD. Osservo rapita la web cam ultimo modello. Occhi di tutti i generi, meticolosi, enormi, invadenti. Vorrei una 3com Home Connect Digital Camera. Penso che verrò a comprarla presto. La cam sta cambiando la nostra vita, è sempre più presente” (ibid., p. 61).
32 “[Le preferenze] dei clienti fissi le annoto su un quaderno, e quando ho tempo mi esercito” (ibid., p. 51).
33 Cfr. Bauman, Zygmunt, Amore liquido, cit., p. 17.
34 “Società dei consumatori” è una definizione utilizzata da Bauman in chiave oppositiva rispetto alla “società dei produttori” della fase “solida” della modernità, orientata in primo luogo alla sicurezza a lungo termine e non al godimento immediato come quella liquido-moderna. Cfr. Bauman, Zygmunt, Consumo, dunque sono, Roma-Bari, Laterza, 2008, p. 38.
35 Ibid., p. 41.
36 Ibid., p. 41.
37 Aubert, Nicole, Le culte de l’urgence. La société malade du temps, Flammarion, Paris, 2003, p. 187.
38 Maffesoli, Michel, L’istante eterno. Ritorno del tragico nel postmoderno, Roma, Sossella, 2003, p. 13.
39 Cfr. Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 69.
40 Cfr., ibid., p. 106.
41 Cfr., ibid., p. 112.
42 Ibid., p. 112.
43 Ibid., p. 130.
44 Giuseppe Antonelli parla di lingua “ipermedia” valendosi di una triplice definizione: adozione di un italiano popolare e alienato, infarcito di stereotipi e ossessive ripetizioni, o uso dialetto, o slang estremo; lingua in concorrenza con i nuovi media: tentativo di riprodurre la non linearità del tempo, l’intrinseca plurivocità dei nuovi media informatici e interattivi, una multimedialità virtuale; lingua al di sopra dei media che si ispira a rap, pubblicità, e allusioni metaletterarie in genere. Cfr. Antonelli, Giuseppe, Lingua ipermedia. La parola di scrittore oggi in Italia, Lecce, Manni, 2006.
45 Spinazzola, Vittorio, “Gli integrati di Aldo Nove”, L’indice dei libri del mese, gennaio 1998, p. 14.
46 Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 70.
47 Ibid., p. 67.
48 Bauman, Zygmunt, Amore liquido, cit., p. 86.
49 Il livellamento dei confini spaziali sono percettibili nella varietà dei collegamenti che spaziano da Londra a Lione, da diverse città italiane a luoghi non definibili geograficamente, così come dalla trasmissione del webamaster di immagini e suono che transitano dal luogo da dove vengono emessi “ad altri computer riceventi in tutto il mondo. E questa magia avviene in tempo reale, in qualsiasi parte del pianeta” (Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 58).
50 Ibid., p. 43.
51 Ibid., p. 42.
52 Bauman, Zygmunt, Amore liquido, cit., p. 87.
53 Ibid., p. 88
54 Mazzucato, Francesca, Web cam, cit., p. 43; cfr. anche pp. 47, 77 e 168.
55 Ibid., pp. 147-148.
56 Mad Joe, dalla pagina 90 alla pagina 99, diventa voce narrante, sostituendo temporaneamente l’io narrante della protagonista. Un’astuzia che permette a Mazzucato di addentrarsi in maniera più profonda nei perversi meccanismi della sua mente malata.
57 Ibid., p. 163; cfr. anche pp. 163 e 169.
58 La posizione di vasi comunicanti del reale e del virtuale si rafforza nella conclusione del racconto. A porre fine all’incubo della protagonista sono le stesse nuove tecnologie all’origine dello stupro: è dalla web cam che Lorena (approfittando dell’assenza del suo carnefice) lancia un messaggio raccolto da un ragazzo, collegatosi casualmente, che lo trasmette al suo fidanzato dandogli così la possibilità di rintracciarla e liberarla. Le ultime pagine ribadiscono e lasciano aperto il discorso sulle insidie del virtuale e l’irrompere dei suoi effetti devastanti nella “realtà”. Pagine affidate a un narratore alla terza persona che racconta di Andrea, il ragazzo il cui intervento è stato capitale nella liberazione di Lorena. Ormai recluso in casa con come sola compagna la web cam, il ragazzo si “dedica” a una masturbazione continua, sollecitata dalle immagini del video che ritraggono Lorena legata e imbavagliata. Il mito della sua vita è diventato Mad Joe: lo vuole come consigliere e scrive un diario sul quale ipotizza di trasformarsi anch’egli in sequestratore e violentatore.
59 Ibid., p. 214.
60 Cfr. Meda, Maria Grazia, Miss porno sesso, http://dweb.repubblica.it/dweb/2002/02/05/attualita/122mis287122/html (consultato il 25 giugno 2009).
61 Troppo semplicisticamente, oggi, in Italia come nel mondo occidentale, i media tendono a innalzare sull’altare “autrici” del porno, tutte e indistintamente, come paladine della causa femminile. Si tratta di giudizi superficiali, soprattutto considerando il fatto che la maggior parte dei testi erotici risultano essere di uno standard di basso livello, riconoscibili per la superficialità di trame bislacche, alimentate da racconti minimalisti di prestazioni ostentate che fanno di queste “scrittrici”, al pari delle pornostar descritte da Elisabeth Weissman, delle semplici riproduttrici di un “phallocentrisme primaire et reducteur de certains mâles primates à une virilité de marteau-piquer” (Weissman, Elisabeth, La Nouvelle guerre du sexe, Paris, Éditions Stock, 2008, p. 30). Non opere, quindi, ma semplicemente prodotti, sia in rapporto alla situazione di realizzazione che alla destinazione rigidamente di consumo a cui si rivolgono. Tra le autrici facenti parte di questa categoria possiamo annoverare Francesca Ferreri Luna con Singola ventottenne, con marito noioso e pedante, corrisponderebbe preferibilmente con coppie singole (1996) con Il gioco del vento e della luna (1998), Manuela Taddei con Le maialine romantiche (2002), Rollina Freitase Loukouzi Bitanguila con Le avventure erotiche di una modella (2006), autrici pubblicate da Borelli nella collana Pizzo nero, e la già citata Carolina Cutolo con Pornoromantica. Tutte scriventi che, ben lungi dall’essere icone dell’emancipazione femminile, con i loro “romanzi”, confezionati e costruiti ad hoc per un uso commerciale, riflettono perfettamente il trasgressivo consumismo che ha trasformato in moneta corrente una sessualità oramai inserita “au coeur de la logique économique, de chosification du corps et de marchandisation du vivant” (ibid., p. 243) che va di pari passo con l’affermazione di una nuova “cultura” segnata da priapismo (cfr. ibid., p. 45).
62 Meda, Maria Grazia, Miss porno sesso, cit.
63 Ganeri, Margherita, “Le narratrici con i nervi tesi“, in Tirature ’98, a cura di Spinazzola, Vittorio, Milano, Il Saggiatore, 1998, pp. 46-47.
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Notizia bibliografica
Margherita Marras, «Sesso, nuove tecnologie e management: reificazione del corpo e del desiderio in Web cam di Francesca Mazzuccato », Narrativa, 31/32 | 2010, 233-247.
Notizia bibliografica digitale
Margherita Marras, «Sesso, nuove tecnologie e management: reificazione del corpo e del desiderio in Web cam di Francesca Mazzuccato », Narrativa [Online], 31/32 | 2010, online dal 01 juin 2022, consultato il 24 mai 2025. URL: http://journals.openedition.org/narrativa/1608; DOI: https://doi.org/10.4000/narrativa.1608
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