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L’impatto performativo dell’Abilitazione Scientifica Nazionale: la valutazione della ricerca nell’esperienza di Junior Scholar in Italia

  Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia (ADI)
p. 187-198

Testo integrale

1. Introduzione

1All’interno del complesso quadro normativo e istituzionale che in Italia governa la valutazione della ricerca, si evidenzia come, nell’esperienza di giovani ricercatrici e ricercatori, sia soprattutto l’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), più che la Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR), ad avere un impatto decisivo sui loro orientamenti scientifici e sulle loro attività quotidiane. Allo stesso modo, è la prima, più della seconda, a condizionare in modo determinante – e spesso problematico – l’equilibrio vita-lavoro e il benessere lavorativo delle categorie di ricercatori non strutturati [considerando per estensione in tale categoria dottorandi/e, assegnisti/e e ricercatori/trici a tempo determinato di tipo A (RTD-A)].

2Questo studio esamina l’impatto della valutazione della ricerca sui ricercatori non strutturati attraverso un approccio di Participatory Action Research (PAR). Coinvolgendo 33 coordinatori/trici locali dell’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia (ADI), sono state raccolte e analizzate le esperienze e percezioni dei partecipanti sui sistemi di valutazione tramite interviste semi-strutturate, sintesi delle risposte e presentazioni in assemblea nazionale. L’analisi delle trascrizioni, mediante la “template analysis”, ha permesso di identificare i temi principali e creare un sistema di categorie che interpreti il fenomeno studiato.

3L’esperienza dei ricercatori non strutturati viene restituita per lo più attraverso l’identificazione di una discrepanza tra i requisiti attuali dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) e ciò che da questi è avvertito come impegno necessario per una ricerca di qualità; si evidenzia quindi una torsione performativa dell’ASN – che la VQR non ha – nella tendenza dei ricercatori a finalizzare la produzione scientifica al superamento dell’ASN, anche quando ciò è ritenuto dannoso per la qualità o la libertà scientifica. Inoltre, emerge come tale discrepanza sia uno dei fattori che maggiormente ha influenzato negativamente il benessere del campione e la soddisfazione nei confronti del lavoro svolto.

2. Inquadramento normativo

4Prima di procedere a illustrare la metodologia prescelta per dare conto delle posizioni delle giovani ricercatrici e dei giovani ricercatori in relazione ai processi di valutazione della ricerca italiana, è necessario fornire una, pur succinta, ricostruzione del complesso e articolato quadro normativo in materia. Da tali analisi sarebbe possibile trarre già preliminarmente alcune ragioni a sostegno della tesi in virtù della quale, per i giovani ricercatori, la valutazione della ricerca risulti prevalentemente associata all’ASN piuttosto che alla VQR, che è invece la forma di valutazione per eccellenza della ricerca in Italia.

  • 1 Art. 2, comma 138 e ss., del d.l. n. 262 del 2006.
  • 2 Art. 2, comma 139, del d.l. n. 262 del 2006.

5Si rende pertanto necessario, a riguardo, ricostruire per tappe l’evoluzione storica della normativa ancora a oggi in vigore. I processi strutturati di valutazione della ricerca in Italia sono connaturati alla nascita dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitaria e della Ricerca (ANVUR)1. Tra i compiti fondamentali dell’Agenzia fin dal momento della sua istituzione vi è lo svolgimento di attività di valutazione, i cui risultati costituiscono «criterio di riferimento per l’allocazione dei finanziamenti statali alle università e agli enti di ricerca»2.

  • 3 Art. 3, comma 2, lett. b, del D.P.R. n. 76 del 2010; lo svolgimento in concreto della procedura rie (...)

6Nell’ambito di questa cornice, che riconnette in modo immediato la valutazione della ricerca con la redistribuzione dei finanziamenti dell’università (e degli enti di ricerca), si è sviluppata la cosiddetta Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR). I tratti fondamentali della VQR sono recati dall’art. 3 del D.P.R. n. 76 del 2010, istitutivo dell’ANVUR, che attribuisce a quest’ultima il compito di definire uno specifico procedimento valutativo relativo alla «qualità dei prodotti della ricerca, valutati principalmente tramite procedimenti di valutazione tra pari»3.

  • 4 La riconnessione tra risultati della VQR e quota premiale è resa esplicita dall’art. 60, comma 1, d (...)
  • 5 Anche la presenza di indicatori espressamente rivolti alla valutazione della qualità della ricerca (...)

7Così concepita, la principale forma di valutazione istituzionale della ricerca in Italia appare caratterizzarsi per un impatto diretto rivolto esclusivamente all’istituzione di ricerca e soltanto mediato nei confronti del personale universitario, che subisce solto de relato le conseguenze di una rimodulazione dei finanziamenti alla luce dei risultati della VQR. Nonostante la VQR, anche ma non solo attraverso gli indicatori da essa tratti e utilizzati per il riparto della quota premiale del FFO4, abbia contribuito in modo significativo a riplasmare il sistema universitario, essa non risulta di per sé capace di incidere sulle carriere dei giovani ricercatori5.

8Alla VQR si è, tuttavia, nel tempo affiancato un altro importante procedimento valutativo (soprattutto) della qualità della ricerca: con l’art. 16 della legge n. 240 del 2010 è stata istituita l’Abilitazione Scientifica Nazionale (cosiddetta ASN). L’abilitazione è volta a valutare la qualificazione scientifica dei/lle candidati/e e costituisce requisito necessario per l’accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori.

  • 6 Decreto che ha modificato la prima regolamentazione dell’ASN recata dal D.P.R. n. 22 del 2011.
  • 7 Art. 4 del D.P.R. n. 95 del 2016; i due decreti ministeriali vigenti sono il d.m. n. 589 del 2018 e (...)

9L’ASN è ad oggi regolata dal D.P.R. n. 95 del 20166, il quale a sua volta rinvia a due decreti ministeriali, la definizione, da un lato, di «criteri, parametri e indicatori di attività scientifica differenziati per funzioni e per settore concorsuale, tenendo presente la specificità dei settori concorsuali, ai fini della valutazione dei candidati” e, dall’altro, di “valori-soglia degli indicatori che devono essere raggiunti per conseguire l’abilitazione»7.

10L’ANVUR, tra i cui compiti istituzionali rientra la definizione delle procedure relative alla VQR ma non all’ASN, riacquista un ruolo da protagonista per tramite della disciplina ministeriale, essendo stata consultata prima dell’adozione del primo decreto e proponendo il secondo decreto. Se dunque sussistono elevati profili di somiglianza tra VQR e ASN quanto al soggetto valutatore ed estensore, tali processi differiscono in modo netto quanto ai soggetti valutati. Mentre la VQR valuta le istituzioni, contribuendo con la valutazione dei cosiddetti prodotti di ricerca del personale accademico al giudizio complessivo dell’università e degli enti di ricerca, l’ASN valuta direttamente i/le candidati/e che aspirano a entrare in ruolo come professori/esse associati/e o ordinari/ie. Proprio la diversa natura dei soggetti valutati rende l’ASN un passaggio imprescindibile per ogni giovane ricercatore o ricercatrice.

  • 8 Cfr. il d.m. n. 17 del 15 luglio 2011 (per la VQR 2004-2010), il d.m. n 458 del 27 giugno 2015 (per (...)

11Le differenze tra VQR e ASN riguardano, tuttavia, non soltanto il chi, ma anche il come. La VQR si fonda, fin dalla sua istituzione a livello normativo, su una valutazione attraverso peer review, la quale ha conseguentemente comportato la possibilità di sottoporre a valutazione un numero contenuto di prodotti di ricerca8. Del tutto diversa l’ASN, dove a fianco a processi di valutazione tra pari, sono stati introdotti severi valori-soglia, che impongono il soddisfacimento di elevati requisiti quantitativi.

  • 9 L’effettiva conoscenza dell’ASN tra i post-doc sarà oggetto di specifica analisi nella XII Indagine (...)

12La presente riflessione si fonda dunque sulla consapevolezza che il modello di valutazione della ricerca concretamente esperito dai giovani ricercatori e dalle giovani ricercatrici9 sia non tanto quello proprio della VQR, quanto quello dell’ASN. Le seguenti considerazioni si concentreranno dunque su quest’ultima procedura valutativa.

3. Gli interrogativi e la metodologia di ricerca

  • 10 L’associazione possiede una struttura organizzativa ben definita, composta da vari organi con funzi (...)

13Il nostro lavoro si concentra sul seguente quesito di ricerca: in che modo la valutazione della ricerca impatta sulla vita dei ricercatori non strutturati (dottorandi/e, assegnisti/e, RTD-A)? Per rispondere, abbiamo adottato un approccio di ricerca Participatory Action Research (PAR). Il PAR è una metodologia che valorizza il coinvolgimento diretto dei partecipanti nella ricerca, promuovendo un approccio collaborativo e trasformativo (Cornish et al., 2023). Poiché il tema della ASN è centrale nel dibattito dell’ADI, abbiamo coinvolto i/le 33 coordinatori/trici delle sedi locali attive nelle principali città universitarie italiane, che fungono da delegati/e durante le assemblee nazionali. I coordinatori, in virtù del loro ruolo di rappresentanza a livello locale, diventano leader di comunità (Corbetta, 2005), offrendo pareri informati e riflessioni collettive sull’impatto della valutazione. Questo metodo si presta con efficacia al nostro quesito di ricerca perché consente di raccogliere dati in modo inclusivo e approfondito, sfruttando il radicamento territoriale dell’ADI10. Attraverso questa metodologia, puntiamo a riportare, partendo dalle esperienze vissute e dalle percezioni soggettive dei/lle partecipanti, in rapporto ai sistemi di valutazione. Il PAR si è sviluppato in tre fasi:

  1. Elaborazione della traccia di intervista semi-strutturata: l’area tematica Ricerca dell’ADI ha elaborato una traccia di intervista semi-strutturata che è stata inviata telematicamente a tutte le sedi dell’associazione. I/le 33 coordinatori/trici locali sono stati invitati a rispondere alle domande con il supporto delle assemblee locali.

  2. Sintesi delle risposte: i/le delegati/e all’assemblea nazionale hanno elaborato delle sintesi delle risposte raccolte in assemblea locale.

  3. Presentazione delle sintesi: i/le delegati/e presenti all’assemblea nazionale associativa tenutasi a Padova il 12 maggio 2024 hanno presentato oralmente le sintesi elaborate nelle sedi locali. Gli interventi sono stati registrati e trascritti dagli autori del presente articolo.

14Il setting naturale in cui sono avvenute le discussioni sui sistemi di valutazione ha facilitato la raccolta di informazioni (Marshall, Rossman, 2014) e ha coinvolto i ricercatori non strutturati e i membri dell’ADI in un processo di co-creazione della conoscenza e di riflessione critica sui sistemi di valutazione e il loro impatto. L’unità di analisi finale di questo articolo è dunque costituita da 18 interventi di dottorandi/e, assegnisti/e di ricerca, e RTD-A attivi/e all’interno dell’associazione, provenienti da diverse aree disciplinari e atenei d’Italia. Le trascrizioni sono state analizzate utilizzando la «template analysis» (King, 2012). Questa tecnica consente di esaminare il contenuto dei testi ottenuti dalle trascrizioni delle interviste, dagli appunti di campo o dai documenti. Il ricercatore utilizza le proprie conoscenze e ipotesi iniziali per identificare i temi principali. Durante la lettura dei dati, codifica i segmenti di testo rilevanti e allo stesso tempo scopre nuovi temi per le informazioni che non rientrano nelle categorie iniziali. Dopo aver codificato alcune interviste, crea un primo schema di temi. Questo schema viene poi applicato a tutti i dati, con la possibilità di modificarlo in base a ciò che emerge dalle trascrizioni (Bruni et al., 2022). Il risultato finale è un “template”, un sistema di categorie collegate tra loro che aiuta a interpretare il fenomeno studiato.

Tab. 1. Template finale

Template finale

Sottotema

Specifiche

Inerzia e rigidità dei sistemi di valutazione

1) Pressione alla pubblicazione: tra quantità e distorsioni

1.1) Pressione alla pubblicazione

1.2) Strategie di adattamento

1.3) Requisiti irrealistici

1.4) Inflazione degli indici

1.5) Criticità nei criteri bibliometrici e favore per la quantità rispetto alla qualità

2) Chiusura domestica e assenza di interdisciplinarità

2.1) Penalizzazione della ricerca interdisciplinare

2.2) Ostacoli per chi lavora in contesti internazionali

2.3) Ostacoli ai bandi europei

3) Univocità della dimensione della ricerca nei criteri di valutazione

3.1) Ruolo e importanza della didattica e della terza missione

3.2) Effetti della valutazione sulla ricerca sul territorio locale

3.3) Importanza delle università locali e criticità nei gruppi di ricerca più piccoli

4. Risultati

15Di seguito riportiamo le analisi degli interventi raggruppate per i tre macro-temi emersi dalle analisi.

a. Pressione della pubblicazione e manipolabilità degli indicatori

16Uno dei temi ricorrenti negli interventi è la pressione alla pubblicazione costante. Ricercatori e ricercatrici sono spinti a pubblicare con frequenza, anche a discapito della qualità della ricerca, a causa della pressione esercitata dai criteri di valutazione. Di seguito, un intervento esplicativo di questo aspetto:

L’idea vagamente che tu devi pubblicare comunque condiziona […]. È l’idea che emerge complessivamente che la pressione non è adeguata in generale al perseguimento di obiettivi scientificamente dignitosi spesso, cioè proprio si viene costretti a licenziare cose che non licenzieremmo (Intervento 8, ricercatore post-doc).

Inoltre, ci sono livelli di requisiti assurdi, come richiedere 600 citazioni in 10 anni, che portano alla pubblicazione in riviste predatrici per raggiungere tali numeri, anche se a scapito della qualità (Intervento 13, ricercatrice post-doc).

17Da molti interventi emerge che la carriera viene impostata con l’obiettivo di raggiungere le mediane richieste per l’ASN, forzando anche la mano per raggiungere gli obiettivi prefissati:

Fatta la legge trovato l’inganno: iniziare a capire come posizionare qualche prodotto di qua, qualche prodotto di là, perché da subito ho iniziato a pensare tutto il lavoro di ricerca in funzione di ciò che sarebbe servito per l’ASN (Intervento 16, ricercatrice post-doc).

Altri criteri come far parte di scuole di dottorato, essere nel collegio di una scuola di dottorato, aver vinto premi in associazioni locali che ti spingono a dover andare in qualsiasi associazione locale a pregare qualcuno che ti venga dato un premio (Intervento 4, ricercatore post-doc).

Quindi è un sistema che non può essere sostenibile nel lungo termine proprio per come è stato concepito; quindi, qualunque possa essere una soglia che andiamo a pensare questa non può essere assolutamente basata sulle prestazioni precedenti perché sennò si ritorna allo stato precedente e poi ovviamente questo ha delle ricadute in termini di come ci si comporta nell’atteggiamento riguardo alle pubblicazioni che chiaramente crea il solito meccanismo del cane che si morde la coda eccetera (Intervento 14, ricercatrice post-doc).

b. Interdisciplinarità e dimensione internazionale

18Il secondo macro-tema emerso dai contributi riguarda la mancanza di criteri specifici volti a promuovere l’internazionalizzazione e l’interdisciplinarità nella ricerca. La rigidità dei criteri ANVUR e delle relative liste è percepita come un ostacolo da parte dei ricercatori non strutturati alla valorizzazione della loro ricerca interdisciplinare e internazionale. Secondo i giovani ricercatori, gli attuali sistemi di valutazione spingono a privilegiare la ricerca all’interno dei confini nazionali e disciplinari, ostacolando la collaborazione internazionale e la ricerca interdisciplinare:

Poi soprattutto quello che ho trovato nella mia esperienza è che queste riviste non rispecchiano il dibattito scientifico internazionale. Quindi io spesso mi ritrovo nella situazione per cui devo decidere se fare una pubblicazione che è riconosciuta fra la fascia dall’ANVUR o scegliere una rivista di riferimento del dibattito scientifico internazionale (Intervento 2, ricercatore post-doc).

specialmente in certi ambiti, per esempio gli ambiti STEM in cui si fa sempre più modellistica, analisi di dati, chiaramente le competenze sono ingegneristico-matematiche però le pubblicazioni vanno su delle riviste di tutt’altro settore, esempio classico quello biologico (Intervento 5, dottoranda).

C’è la problematica dell’interdisciplinarietà nei settori scientifici disciplinari; questo porta a concentrarsi poi su un unico settore, su un’unica ricerca, a discapito dell’interdisciplinarità che poi è contraddittoria con quelle che sono le call di progetti europei, perché i progetti europei invece ovviamente richiedono principalmente questa parte, quindi questo un attimo da rivalutare (Intervento 6, dottoranda).

c. Rapporto tra ricerca, didattica, terza missione e impatto locale

19Il terzo tema ricorrente che emerge in maniera rilevante è la scarsa considerazione della didattica, della terza missione e dell’impatto della ricerca sul territorio in sede di valutazione della ricerca.

Sarebbe utile andare a valorizzare tutta quella didattica che molti dottorandi fanno di già, ma che non viene riconosciuta, quindi l’aiuto a esami, l’aiuto alle tesi, la partecipazione alle lezioni dei professori, workshop, che non è una didattica che viene riconosciuta poi in sede di ASN, ma sicuramente la facciamo tutti, ma non si capisce perché non deve essere riconosciuta (Intervento 6, dottorando).

Anche il contributo della didattica sotto diversi punti di vista, quindi servirebbe anche una formalizzazione del contributo, per esempio le lezioni al posto del professore. In questo caso potrebbe essere utile semplicemente riconoscerlo nei verbali dei consigli di approvazione in sede di collegio di dottorato (Intervento 10, dottorando).

La terza missione è cruciale e anche qua vediamo una certa, una certa, come posso dire, ipocrisia dal punto di vista del ministero perché se i pilastri sono tre perché però poi vai a verificare solamente la ricerca. È chiaro che alla nostra età si potrebbe dire la terza missione è presto per farla; io però e anche nella nostra base su questo non siamo d’accordo, ma perché crediamo che in verità tutti questi momenti di confronto che si devono e si possono fare sono terza missione. È un atto politico nel portare la scienza al di fuori con i nostri termini in qualità di dottorandi (Intervento 9, dottoranda).

  • 11 Il nome della città non è stato trascritto per garantire la privacy dell’oratore.

L’ASN, su quanto poi va a penalizzare i gruppi di ricerca più piccoli, secondo noi a quel punto c’è anche un discorso più ampio poi sulla dimensione anche della stessa università e del fatto che questo fenomeno distorsivo diventa particolarmente pesante quando si parla di università magari più piccole come quella di * 11 che però hanno paradossalmente un peso molto forte sull’economia del territorio e quindi di fatto andare a penalizzare le nostre università si traduce nell’impianto poi complessivo nel territorio (Intervento 7, dottorando).

5. Discussione: l’ASN e le sue discrasie

20Ciò che emerge dall’esperienza di dottorandi/e e post-doc (assegnisti/e, RTD-A) è una fondamentale discrasia tra i requisiti necessari a superare l’ASN e quelli che i ricercatori ritengono essere gli impegni necessari a diventare buoni ricercatori; in questo senso, l’ASN come valutazione della performance ha un impatto fortemente performativo, in quanto si privilegia il lavoro finalizzato al suo superamento su quello che si considererebbe adatto alla qualità della ricerca svolta. Ciò avviene secondo numerose direttrici: una discrasia presente sul tema della quantità (necessità di produrre molto vs. contratti e condizioni lavorative estremamente brevi e saltuarie) e della qualità (necessità di pubblicare molto e soddisfare tutti i criteri ASN vs. concentrarsi su pochi lavori di alta qualità). Emerge altresì come vi sia uno iato tra ciò che la persona ritiene importante per la propria ricerca (es. frequentare una certa comunità scientifica, diminuire le energie impegnate nel networking e in altri contesti) e ciò che opportunisticamente si trova a fare al fine di assicurarsi il superamento delle soglie, per così dire, esplicite ed implicite.

21Il carattere fortemente performativo dei sistemi bibliometrici sulle strategie di ricerca dei giovani ricercatori è un fenomeno ormai evidenziato dalla letteratura (Cheung, 2008); ciò che qui emerge è come non vi siano fondamentali differenze nell’impatto tra settori bibliometrici e non bibliometrici.

22Il carattere disruptive dell’etica della pubblicazione è altresì testimoniato dalla letteratura sui sistemi di valutazione della performance accademica (Kallio et al., 2015); tale cambiamento di «logiche produttive» è assimilabile a quanto avviene in altri settori del lavoro creativo e intellettuale col fenomeno della «neo-burocratizzazione» (Morris et al., 2024): al moltiplicarsi delle richieste produttive e dei requisiti non strettamente legati al core del lavoro creativo, peggiora l’esperienza della persona coinvolta, sia da un punto di vista di benessere mentale che di meaningful work, mentre l’organizzazione lavorativa moltiplica l’accento sulla retorica della «passione» e della dedizione che il singolo deve mostrare nei confronti dell’esperienza lavorativa creativa (Jaffe, 2021). In questo senso, emerge chiaramente come vi sia un elemento di disengagement morale nei confronti di una identità, considerata impossibile, tra la propria persona, la ricerca condotta e ciò che si vorrebbe condurre (e nel merito e nel metodo).

6. Conclusioni e un addendum

23Ogni sistema di valutazione non può essere slegato, come evidenziato dalla discussione, dai suoi effetti performativi. Tali effetti performativi si sviluppano su due fronti, sebbene strettamente collegati: la qualità della ricerca condotta e la qualità della vita che la carriera di ricerca offre a chi la intraprende.

24In questo senso, ogni ipotesi di riforma dell’ASN e di tutti i sistemi di valutazione, non può che avvenire sulla base di un’attenta analisi delle condizioni del mercato del lavoro accademico, al fine di considerare olisticamente il nesso tra requisiti di valutazione della ricerca prodotta e le effettive condizioni all’interno delle quali tale ricerca è svolta. In questo senso, si rende necessario un ulteriore approfondimento per comprendere come i sistemi di valutazione, in combinato al tipo di contratti e retribuzioni offerti, influenzino il talent management e la retention in Italia, dove l’accademia offre ai post-doc posizioni intermittenti, brevi e malpagate, apertamente contraddittorie con la quantità e la qualità del lavoro di ricerca richiesto per conseguire l’ASN. Queste condizioni prolungano l’instabilità lavorativa, con traslochi frequenti, stipendi insufficienti e periodi di disoccupazione, favoriscono una selezione basata sul censo piuttosto che sul merito (Sirola, 2024), poiché chiunque non abbia importanti risorse esterne a quelle offerte dell’accademia deve lasciare la carriera ben prima di abilitarsi. Future indagini dovrebbero quindi esplorare con quali strategie armonizzare e migliorare il talent management con una rigorosa valutazione della produzione scientifica.

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Bibliografia

Bruni E.A., Andrei F., Tirabeni L. (2022), Engaging the Body, Appropriating a Corporate Wellness Programme, «Qualitative Research in Organizations and Management: An International Journal», XVII, 5, pp. 88-107.

Cheung W.W. (2008), The Economics of Post-Doc Publishing, «Ethics in Science and Environmental Politics», VIII, 1, pp. 41-44.

Corbetta P. (2015), La ricerca sociale: metodologia e tecniche: III. Le tecniche qualitative, Bologna, il Mulino.

Cornish F., Breton N., Moreno-Tabarez U., Delgado J., Rua M., de-Graft Aikins A., Hodgetts D. (2023), Participatory Action Research, «Nature Reviews Methods Primers», III, 1, p. 34.

Jaffe S. (2021), Work Won’t Love You Back: How Devotion to Our Jobs Keeps Us Exploited, Exhausted, and Alone, New York, Bold Type Books.

Kallio K.M., Kallio T.J., Tienari J., Hyvönen T. (2016), Ethos at Stake: Performance Management and Academic Work in Universities, «Human Relations», LXIX, 3, pp. 685-709.

King N. (2012), Doing Template Analysis, in Symon G., Cassell C. (eds.), Qualitative Organizational Research: Core Methods and Current Challenges, London, Sage, pp. 426-450.

Marshall C., Rossman G.B. (2014), Designing Qualitative Research, Thousand Oaks, Sage Publications.

Morris J., Islam G., Davies J. (2024), The Search for Meaningful Work Under Neo-Bureaucracy: Work Precarity in Freelance TV, «Organization», pp. 1-26. DOI: 10.1177/13505084241236454.

Sirola N. (2024), Job Insecurity and Well-Being: Integrating Life History and Transactional Stress Theories, «Academy of Management Journal», LXVII, 3, pp. 679-703.

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Allegato

A.1 Traccia di intervista semi-strutturata

1. Quali sono le principali criticità che avete percepito nelle vostre università in relazione all’ASN? Tra i vostri colleghi e colleghe vi capita di discutere di problematiche sull’ASN o più in generale sui processi valutativi e con quale riscontro?

2. Quali requisiti dell’attuale ASN impattano in modo maggiormente negativo sulla produzione scientifica e sulla qualità della vita professionale dei giovani ricercatori e delle giovani ricercatrici?

3. In che modo attribuire maggior importanza alla didattica e alla terza missione in sede di conseguimento della ASN senza che ciò diventi un carico aggiuntivo per il giovane ricercatore e la giovane ricercatrice?

4. Ha senso mantenere nel lungo periodo l’ASN o conviene promuovere la totale eliminazione affidando la selezione del personale accademico soltanto al reclutamento locale?

5. In che misura è opportuno garantire la prevedibilità delle decisioni delle Commissioni valutatrici? È necessario assicurare un certo grado di discrezionalità alla Commissione valutatrice, anche al fine di valorizzare l’autonomia delle diverse comunità scientifiche?

6. Ci sono indicatori di valutazione della ricerca attualmente usati nell’ASN a vostro avviso particolarmente critici (ad esempio, per i settori non bibliometrici, le pubblicazioni in Riviste di classe A)?

7. In che modo valorizzare in sede di ASN le attività del giovane ricercatore e della giovane ricercatrice a carattere interdisciplinare?

8. È preferibile una ASN basata sull’attribuzione di un punteggio complessivo sulla carriera dei candidati che rappresenti un valore sintetico dei diversi aspetti della carriera accademica (modello spagnolo) o su requisiti minimi dettagliati da superare (come nel modello italiano attuale)? Nel caso della previsione di un punteggio, in che modo ponderare ricerca, didattica e terza missione?

9. Qual è la funzione che deve assumere l’ASN? In quale fase della carriera di un giovane ricercatore o una giovane ricercatrice dovrebbe essere acquisita l’abilitazione di seconda fascia?

10. Ci sono delle esperienze estere in termini di valutazione della ricerca, didattica e terza missione che ritenete possano essere assunte come buone pratiche da approfondire?

11. Template finale

Sottotema

Specifiche

Inerzia e rigidità dei sistemi di valutazione

1) Pressione alla pubblicazione: tra quantità e distorsioni

1.1) Pressione alla pubblicazione

1.2) Strategie di adattamento

1.3) Requisiti irrealistici

1.4) Inflazione degli indici

1.5) Criticità nei criteri bibliometrici e favore per la quantità rispetto alla qualità

2) Chiusura domestica e assenza di interdisciplinarità

2.1) Penalizzazione della ricerca interdisciplinare

2.2) Ostacoli per chi lavora in contesti internazionali

2.3) Ostacoli ai bandi europei

3) Univocità della dimensione della ricerca nei criteri di valutazione

3.1) Ruolo e importanza della didattica e della terza missione

3.2) Effetti della valutazione sulla ricerca sul territorio locale

3.3) Importanza delle università locali e criticità nei gruppi di ricerca più piccoli

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Note

1 Art. 2, comma 138 e ss., del d.l. n. 262 del 2006.

2 Art. 2, comma 139, del d.l. n. 262 del 2006.

3 Art. 3, comma 2, lett. b, del D.P.R. n. 76 del 2010; lo svolgimento in concreto della procedura rientra tra le attività attribuite espressamente all’ANVUR, che è chiamato a valutare «la qualità dei processi, i risultati e i prodotti delle attività di gestione, formazione, ricerca, ivi compreso il trasferimento tecnologico delle università e degli enti di ricerca, anche con riferimento alle singole strutture dei predetti enti; le predette valutazioni si concludono entro un periodo di 5 anni» (art. 3, comma 1, lett. a).

4 La riconnessione tra risultati della VQR e quota premiale è resa esplicita dall’art. 60, comma 1, del d.l. n. 69 del 2013 e ss.m.m., che stabilisce che: «La quota del Fondo per il finanziamento ordinario delle università destinata alla promozione e al sostegno dell’incremento qualitativo delle attività delle università statali e al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse, di cui all’articolo 2 del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 gennaio 2009, n. 1, e successive modificazioni, è determinata in misura non inferiore al 16 per cento per l’anno 2014, al 18 per cento per l’anno 2015 e al 20 per cento per l’anno 2016, con successivi incrementi annuali non inferiori al 2 per cento e fino ad un massimo del 30 per cento. Di tale quota, almeno tre quinti sono ripartiti tra le università sulla base dei risultati conseguiti nella Valutazione della qualità della ricerca (VQR) e un quinto sulla base della valutazione delle politiche di reclutamento, effettuate a cadenza quinquennale dall’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR)».

5 Anche la presenza di indicatori espressamente rivolti alla valutazione della qualità della ricerca svolta da dottori di ricerca (in particolare, il cosiddetto indicatore IRAS3 della VQR 2015-2019), non incide direttamente sulla carriera di quest’ultima, ma soltanto sui finanziamenti delle università che li abbiano formati e/o reclutati.

6 Decreto che ha modificato la prima regolamentazione dell’ASN recata dal D.P.R. n. 22 del 2011.

7 Art. 4 del D.P.R. n. 95 del 2016; i due decreti ministeriali vigenti sono il d.m. n. 589 del 2018 e il d.m. n. 120 del 2016.

8 Cfr. il d.m. n. 17 del 15 luglio 2011 (per la VQR 2004-2010), il d.m. n 458 del 27 giugno 2015 (per la VQR 2011-2014), il d.m. n. 1110 del 29 novembre 2019 (per la VQR 2015-2019) e, ora, il d.m. n. 998 del 1 agosto 2023 (per la VQR 2020-2024).

9 L’effettiva conoscenza dell’ASN tra i post-doc sarà oggetto di specifica analisi nella XII Indagine ADI, la cui conclusione è prevista al termine del 2024.

10 L’associazione possiede una struttura organizzativa ben definita, composta da vari organi con funzioni specifiche. L’Assemblea Nazionale, massima autorità tra un Congresso e l’altro, rappresenta le sedi locali e si riunisce almeno due volte all’anno, accogliendo i/le delegati/e di tutte le sedi locali. La Direzione Nazionale attua le direttive dell’Assemblea e approva tutti gli atti di gestione ordinaria non attribuiti all’Assemblea o al Congresso. Questa Direzione è presieduta dal/la Segretario/a Nazionale ed è composta da un minimo di dodici a un massimo di venti membri eletti dal Congresso, in base a criteri di proporzionalità e rappresentanza territoriale. Le Aree Tematiche sono gruppi di discussione per elaborare e definire programmi di lavoro su temi specifici. La Segreteria Nazionale, rappresentante dell’unità dell’Associazione, esercita il coordinamento politico e organizzativo ed è l’organo esecutivo dell’Associazione. È composta da tre a cinque membri, esclusi il/la Segretario/a e il/la Rappresentante dei dottorandi nel Consiglio nazionale degli Studenti Universitari.

11 Il nome della città non è stato trascritto per garantire la privacy dell’oratore.

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Notizia bibliografica

  Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia (ADI), «L’impatto performativo dell’Abilitazione Scientifica Nazionale: la valutazione della ricerca nell’esperienza di Junior Scholar in Italia»Quaderni di Sociologia, 95 - LXVIII | 2024, 187-198.

Notizia bibliografica digitale

  Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia (ADI), «L’impatto performativo dell’Abilitazione Scientifica Nazionale: la valutazione della ricerca nell’esperienza di Junior Scholar in Italia»Quaderni di Sociologia [Online], 95 - LXVIII | 2024, online dal 01 août 2024, consultato il 21 mai 2025. URL: http://journals.openedition.org/qds/7152; DOI: https://doi.org/10.4000/13lbm

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