I servizi di prossimità come beni comuni. Una nuova prospettiva per la montagna
Luigi Lorenzetti, Roberto Leggero (a cura di), 2024.– I servizi di prossimità come beni comuni. Una nuova prospettiva per la montagna, Donzelli Editore.
- Traduction(s) :
- Proximity Services As Common Assets. A New Perspective for the Mountains [en]
Texte intégral
1Il tema della marginalità, al centro di una parte del dibattito scientifico soprattutto a seguito dei recenti avvenimenti post pandemici, ha segnato un’inversione di sguardo su quegli aspetti propri delle aree montane che da sempre vengono letti come segnali di arretratezza e chiusura. Quali sono dunque nella fase attuale quelle condizioni per cui un’area marginale viene riconosciuta come tale? Tale quesito è al centro del volume I servizi di prossimità come beni comuni. Una nuova prospettiva della montagna, all’interno del quale studiosi e studiose di diverse discipline approfondiscono e declinano il tema della marginalità in relazione ad una molteplicità di questioni legate ai servizi di prossimità, intesi come servizi socio-sanitari, culturali, commerciali, e in quanto beni comuni di cui la collettività si prende cura.
2Nella prima parte, Percorsi, reti e sistemi di distribuzione: la prospettiva, storica gli autori descrivono come i rapporti spaziali ed economici hanno modellato l’economia e la vita montana dal XVIII secolo fino ai giorni nostri. Come emerge nel volume, da sempre i sistemi montani si sono configurati come insiemi di fatti materiali e immateriali in grado di lavorare organicamente al sostentamento di un territorio comune. Le politiche italiane ed europee promosse negli anni Ottanta hanno però portato alla concentrazione dei servizi in aree circoscritte di carattere urbano, favorendo un’idea di prossimità strettamente fisico-geografica, ponendola in relazione alla vicinanza o lontananza dalle città e facendo assumere a queste ultime un ruolo di centralità esclusiva ed assoluta. In questa logica, e a fronte delle più recenti dinamiche territoriali che hanno mostrato un crescente ritorno alla montagna, si è reso necessario ripensare il concetto di servizi di prossimità in modo tale da conferire ad essi un valore che vada oltre al semplice punto di interesse o nodo di una rete e si traduca, invece, nella definizione di luoghi multifunzionali per la comunità. In altre parole, il welfare è chiamato a ricucire le cesure nate a seguito delle politiche territoriali del passato, ponendo attenzione ai bisogni e desideri attuali delle popolazioni montane, così da innescare processi rigenerativi a partire dalle caratteristiche e dalle risorse del territorio stesso. Caratteristiche che si sono storicamente cristallizzate, come si evince nel contributo di Augusto Ciuffetti e Giorgio Monestarolo, per essere re-interpretate rispetto alle esigenze della comunità locale.
3Nella parte seconda, I servizi di prossimità come beni comuni, è l’azione cooperativa della comunità ad essere al centro della riflessione. In riferimento a questo punto di vista, l’azione viene considerata come fondamentale nell’attivazione di processi di rigenerazione territoriale che si attivano su comunità orizzontali. In questa logica, le comunità rivestono un ruolo cruciale, come dimostrano le numerose iniziative basate sull'autogestione, le quali hanno permesso in aree demograficamente depresse di generare dinamiche di resilienza all'interno del sistema locale. Tali sperimentazioni sono state incentivate ed accompagnate da progetti architettonici volti a ridare dignità alle sedi del welfare in territori in cui per anni le considerazioni formali e funzionali sono state messe da parte.
4Su questo aspetto, nel volume vengono riportate diverse esperienze: quella delle organizzazioni mutualistiche e cooperative in Tirolo (Andrea Leonardi), quella delle proprietà collettive e beni comuni in Comelico (Viviana Ferrario), quella del commoning in Trentino all’interno del progetto Montagne Vitali (Elisa Ravazzoli, Cristina Dalla Torre, Federica Maino).
5Nella terza parte, Architettura, progetto e servizi di prossimità, il tema dei servizi di prossimità e del welfare prende forma, ovvero si confronta con la materialità della questione. Gli autori e le autrici propongono numerosi esempi di esperienze in cui nuove architetture ad uso pubblico hanno rappresentato il motore trainante di rigenerazioni territoriali e forme di neo-popolamento. Le esperienze riportate hanno un principio progettuale comune, ovvero porre le proprie radici sul territorio, rifunzionalizzando edifici e spazi già esistenti legati alla storia, alle tradizioni e alle abitudini locali, convertendo dunque lo spazio pubblico nella leva per una rinascita sociale.
6I servizi di prossimità assumono un significato tangibile, rinnovato dalla forza materica dei loro volumi e dello spazio che essi occupano. Le nuove architetture ad essi destinate risultano funzionali allo scopo preposto, dando valore e vitalità al territorio. Va inoltre di pari passo il ripensamento del concetto di servizio inteso nel suo senso classico: in aree caratterizzate da un forte spopolamento sono nate forme di welfare innovative ed adattive, in cui più servizi fanno capo ad un’unica struttura e ad un’unica gestione, in modo tale da garantire le prestazioni nonostante la poca manodopera e la scarsa domanda. Ciò è agevolato anche dall’utilizzo dei mezzi di comunicazione telematici, grazie ai quali talvolta è possibile superare il tema della distanza, ridimensionando la percezione della marginalità. In questa logica si pone il racconto di Antonio De Rossi e Laura Mascino e quello di Mauro Marinelli, i quali restituiscono alcune sperimentazioni progettuali sul terreno quale esempio di infrastrutturazione di comunità.
7Infine, nella quarta e ultima parte, Esperienze e testimonianze, viene reso evidente come la responsabilità della gestione territoriale dei servizi venga spesso affidata alle comunità e/o ai soggetti privati. Sembra emergere un’idea di affidamento altro della gestione delle “aree interne”, incrementando così una percezione dell’abbandono da parte delle comunità nei confronti dei soggetti che le governano, determinando così una negazione del valore dei luoghi e degli individui che li abitano.
8Come emerge dal libro, la presenza di servizi e la loro manutenzione ed efficienza, a prescindere dal profitto che essi siano in grado di generare, rappresentano una forma di cura e sostegno per le comunità montane. La troppo debole attenzione nei confronti dei territori considerati marginali costituisce la prima forma di abbandono, ancora prima dello spopolamento. La marginalità risulta tanto dalla lontananza dai servizi quanto dalla mancanza di sforzi volti a migliorare le condizioni di tali comunità, come avverte con efficacia Annibale Salsa nel suo contributo.
9In conclusione, il volume offre un’analisi approfondita dell’importanza sociale ed economica che assumono i servizi all’interno dei territori montani, e come questi possano e debbano essere interpretati come veri e propri beni in grado di dare dignità e valore a comunità troppo spesso politicamente trascurate.
10Il contributo dei diversi autori e dele autrici mette in evidenza che, nonostante le buone pratiche siano numerose, non è possibile pensare a questi territori come isole, in quanto anch'essi devono rendere conto ad un sistema economico e legislativo più ampio, dal quale però si trovano spesso oppressi.
11Il processo di rigenerazione e resilienza, per quanto fortemente connesso alle capacità locali,necessita diun supporto strutturale da parte delle istituzioni statali e regionali, chiamate a pianificare politiche volte al riconoscimento delle aree marginali e alla loro integrazione nel contesto economico e sociale più ampio. Solo attraverso un'azione concertata tra pubblico e privato, e un riconoscimento più concreto della dignità dei territori marginali, sarà possibile evitare che l’abbandono e lo spopolamento prevalgano, trasformando invece la montagna in un laboratorio di sostenibilità e innovazione sociale.
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Pour citer cet article
Référence électronique
Federica Corrado et Gemma Santoro, « I servizi di prossimità come beni comuni. Una nuova prospettiva per la montagna », Journal of Alpine Research | Revue de géographie alpine [En ligne], Notes de lecture, mis en ligne le 23 janvier 2025, consulté le 12 février 2025. URL : http://journals.openedition.org/rga/13938 ; DOI : https://doi.org/10.4000/13565
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