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Rassegna bibliografica
Ottocento b) dal 1850 al 1900

Poésie et institutions au xixe siècle, sous la direction d’André Guyaux et Romain Jalabert

Maria Emanuela Raffi
p. 148-149
Notizia bibliografica:

Poésie et institutions au xixe siècle, sous la direction d’André Guyaux et Romain Jalabert, «Francofonia», n. 67, autunno 2014, pp. 172.

Testo integrale

1Dopo l’Introduction di Roman Jalabert, rapida ma efficace messa a punto dei rapporti fra poesia, Académie Française e circoli politico-letterari nella seconda metà dell’Ottocento, Jean-Baptiste Amadieu si interroga sulle ragioni che hanno indotto la congregazione romana dell’Indice a non includere fra i testi condannati le opere di Rimbaud et di Verlaine (Verlaine et Rimbaud examinés par le Saint-Office). Benché denunciati da «Renouveau catholique» fra le opere da sottoporre al Sant'Uffizio di Roma nel 1917, i due poeti non vengono mai colpiti da alcuna censura, se non da una generica condanna per la «littérature sensuelle et mystico-sensuelle» nel 1927. Amadieu prende in esame tutti i documenti degli archivi romani con le citazioni a carico, la discussione sull'influenza delle opere, sul loro riconosciuto prestigio letterario, nonché sulla posizione di Claudel nei confronti di Rimbaud.

2Nel suo studio su Verlaine à l’Académie française, Olivier Bivort prende avvio dalla mancata elezione di Verlaine nel febbraio 1894 al seggio lasciato vacante da Taine per compiere una ricognizione critica nella stampa che dal 1892 aveva ampiamente incoraggiato la candidatura del poeta, a partire dal sondaggio, provocato da «Le Figaro», che chiese nell'ottobre del 1892 ai lettori di numerosi giornali di scegliere i quaranta membri ideali dell'Académie, fra i quali Verlaine risulta ampiamente incluso. L’entusiasmo “mediatico”, di cui Bivort fornisce gli elementi in un ricco «dossier de presse», assieme a una certa invidia per l'elezione, negli anni precedenti, di Leconte de Lisle, François Coppée e Sully Prudhomme, rende più amara la sconfitta, attenuata solo, pochi mesi più tardi, dall’elezione a «Prince des poètes».

3Anna Emmanuelle Demartini si occupa di un genere giuridico-letterario molto particolare – Les plaidoiries en vers au xixe siècle – difese scritte in versi dallo stesso imputato, inaugurato da Auguste Barthélemy, poeta anche fuori dalle aule giudiziarie nel 1829. I dodici casi studiati dall’A. riguardano comunque la prima metà del secolo e sembrano accompagnare «l’engouement poétique de la période».

4Egualmente alla prima metà del secolo si riferisce lo studio di Corinne Legoy Poésie et fêtes de la souveraineté sous la Restauration, dedicato alla «poésie d’éloge» scritte nell'occasione di varie celebrazioni pubbliche, soprattutto le «fêtes de la souveraineté» e i banchetti dei «cercles royalistes».

5Les lauréats académiques: de l’émulation à la «bête à concours» di Muriel Louâpre si interroga sulle norme che hanno retto i concorsi letterari dell’Académie nel xix secolo nell’intento di «modeler la production et le goût». Progressivamente, soprattutto nella seconda metà del secolo, l'Académie assume infatti per l’A. la veste di un «instituteur scolaire» e i concorsi passano dall’emulazione all’«apprentissage d’une conformité» particolarmente deprimente nel caso della poesia. Il passaggio successivo, intorno al 1860, è l’apparizione della «bête à concours», «monstre d'apparat» che non potrà mai essere un vero poeta.

6A Jacques Delille e al suo enorme successo come scrittore/oratore diviso fra scienza e poesia è dedicato l’articolo di Hugues Marchal «Les sciences peuvent avoir quelques obligations à la poésie»: Delille et l'institution savante. Eletto all’Académie verso la fine del Settecento, Delille ha avuto per Marchal il grande merito di aver contribuito attraverso la sua poesia, con impegno e successo nonostante l’opinione riduttiva di Sainte-Beuve, alla «popularisation des connaissances».

7Jean-Yves Mollier indaga nel suo studio (La poésie sous surveillance au xixesiècle) la condizione sociale ed economica della poesia, sottoposta alla censura per tutto l’Ottocento, a partire dal decreto napoleonico del 1810 e fino alla «grande loi libérale» del 1881. Accanto alla tormentata storia della poesia ottocentesca, Mollier traccia anche la ribellione della «poésie ouvrière» e dei versi di origine popolare delle canzoni.

8La difficile relazione di Victor Hugo con l’Académie, nella quale fu eletto nel 1841 alla quarta candidatura, è l’oggetto del contributo di Luciano Pellegrini, Mystère et magistère. Victor Hugo académicien. Ripercorrendo l’itinerario della poesia hugoliana dalla sua fase più conservatrice fino alla guida della rivolta romantica, Pellegrini mette in luce i momenti cruciali in cui si forma la doppia tensione che la caratterizza: «Hugo se pose en novateur capable d’admirer la tradition et de concevoir la possibilité d’un accord entre poésie et pouvoir établi».

9Lise Sebourin (Poètes et poésie à l’Académie française au xixe siècle) segue nel suo studio la ripercussione dei numerosi capovolgimenti storici del xix secolo sulla composizione e le vicende dell’Académie in cui l’aspetto politico tende a diventare almeno in parte rilevante. Nella puntuale e dettagliata ricognizione dell’A. entrano non solo le nomine, ma anche le cerimonie accademiche, i discorsi celebrativi, le premiazioni, i soggetti dei concorsi letterari; ne emerge un ritratto di un’istituzione caratterizzata da una lunga resistenza al Romanticismo e in cui la poesia cede progressivamente il passo al romanzo.

10In Baudelaire et l’«utopie» académique Andrea Schellino ricostruisce, soprattutto attraverso la corrispondenza, lo sfortunato tentativo di Baudelaire di entrare all’Académie, indagando le motivazioni del poeta che appaiono legate soprattutto al rapporto con la madre e alla volontà di uscire da una «situation deshonorante». Consapevole delle difficoltà del suo «coup de tête académique», Baudelaire confida soprattutto sul problematico appoggio di Sainte-Beuve: «Pour pénétrer la singularité de l’art poétique baudelairien, il [Sainte-Beuve] imagine un pavillon qui attire le regard et qu’il appelle “la folie Baudelaire”. Le compliment est à double tranchant».

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Per citare questo articolo

Notizia bibliografica

Maria Emanuela Raffi, «Poésie et institutions au xixe siècle, sous la direction d’André Guyaux et Romain Jalabert»Studi Francesi, 178 (LX | I) | 2016, 148-149.

Notizia bibliografica digitale

Maria Emanuela Raffi, «Poésie et institutions au xixe siècle, sous la direction d’André Guyaux et Romain Jalabert»Studi Francesi [Online], 178 (LX | I) | 2016, online dal 01 avril 2016, consultato il 20 mai 2025. URL: http://journals.openedition.org/studifrancesi/2544; DOI: https://doi.org/10.4000/studifrancesi.2544

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