Nell’esame storico della pittura della seconda metà del Duecento che vede l’affermarsi delle grandi personalità artistiche di Cimabue, di Duccio e di Giotto, esiste un nucleo di opere particolarmente significative intorno alle quali la critica ha molto dibattuto sia in merito alla loro attribuzione, sia circa una loro collocazione geografica, arrivando in un caso anche ad ipotizzare che vi si potesse individuare il fortunato (se mai è esistito) crocevia nel quale queste eccezionali personalità vennero ad incontrarsi. Questa opera è la cosiddetta Madonna di Castelfiorentino (fig. 1). La sua rilevanza e la difficoltà dell’inquadramento critico risultarono evidenti fin dalla prima pubblicazione scientifica, quando Ugo Procacci, nel 1932, segnalò immediatamente la compresenza nella sua esecuzione di scuola fiorentina e scuola senese, prima che nel tempo si affermasse il riferimento a Cimabue, che vede tuttora, comunque, oscillazioni importanti.
Fig. 1. Cimabue, Madonna di Castelfiorentin...




