Camilla Benaim, Elisa Rosselli e Valentina Supino, Memorie di guerra e di persecuzione. Tre generazioni a confronto (Firenze 1943-1944)
Camilla Benaim, Elisa Rosselli e Valentina Supino, Memorie di guerra e di persecuzione. Tre generazioni a confronto (Firenze 1943-1944), a cura di Marta Baiardi, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana (Edizioni dell’Assemblea ; 61), 2012, 341 p.
Texte intégral
1Questo pregevole trittico narrativo raccoglie gli scritti autobiografici (un diario inedito e due memorie) di tre donne colte e generose della borghesia ebrea antifascista fiorentina e bolognese : la mamma Elisa Rosselli, la figlia Camilla Benaim e la nipote Valentina Supino. Il volume è stato ben curato, con un paratesto ricco e articolato, da una studiosa della memorialistica della deportazione e della Shoah, Marta Baiardi. Nel diario inedito ora pubblicato di Camilla Benaim, in note a piè di pagina, troviamo un’accurata presentazione delle varianti testuali (ovvero delle principali cancellature presenti nel manoscritto autografo) e troviamo anche le informazioni extranarrative necessarie alla intelligibilità della storia narrata. L’immagine digitale ben leggibile di ogni pagina manoscritta accompagna inoltre, in guisa di testo a fronte, la trascrizione stampata dello stesso. Il lettore ha costantemente la possibilità di scegliere tra il manoscritto originale posto nella pagina a sinistra e il dattiloscritto stampato e annotato a destra. Si tratta di un’operazione editoriale di rara finezza, con foto e documenti che arricchiscono e rendono ancora più viva la lettura, in particolare i ritratti e gli autoritratti fatti dalla nonna danese, dalla mamma Elisa e dalla figlia Camilla (una genealogia di pittrici, a volte figlie o mogli di storici dell’arte e collezionisti). Alla base di una tale iniziativa editoriale, troviamo l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana (ISRT) di Firenze e il Consiglio Regionale toscano ; le due istituzioni hanno voluto così celebrare il Giorno della memoria 2012.
2Sebbene il periodo storico trattato in questo trittico sia la Seconda Guerra mondiale – e in particolare la guerra in Toscana, l’occupazione tedesca dell’estate 1944 e la liberazione di Firenze ad opera di partigiani e truppe alleate – un filo tenace collega la forte coscienza di sé di queste donne, piena di patriottismo e di profondi valori civili, alla storia dell’Italia risorgimentale e poi antifascista. La figlia di Elisa, Camilla, è infatti la cugina di quei fratelli Rosselli che, esuli toscani in Francia, furono assassinati dai fascisti nel giugno 1937 a Bagnoles-de-l’Orne (70 km a sud di Caen). Camilla non fu essa stessa coinvolta direttamente nel tragico evento solo perché sua figlia Valentina, essendosi ammalata, le aveva impedito di raggiungere gli amati cugini Carlo e Nello in quella località termale della Bassa Normandia (p. 39, 284). Una tale tradizione antifascista è nata, tramandata di generazione in generazione, dallo spirito risorgimentale mazziniano che era già stato fiero appannaggio dei genitori e degli zii della mamma Elisa Rosselli : una lettera « impregnata di forte senso etico » (p. 15) fu inviata da Giuseppe Mazzini ai genitori di lei quando si sposarono a Londra, ed è in casa dello zio Pellegrino a Pisa, nel 1872, un anno prima della nascita di Elisa che – nascosto sotto il falso nome di George Brown – moriva proprio Giuseppe Mazzini (p. 217). Memorie di guerra e di persecuzione. Tre generazioni a confronto (Firenze 1943-1944) raccoglie quindi gli scritti autobiografici di tre donne appartenenti alla stessa famiglia. Il volume inizia con il testo inedito cronologicamente più antico, il diario tenuto dalla figlia Camilla nei giorni caldissimi della cosiddetta « battaglia di Firenze » quando, dopo la presa di Roma del 4 giugno 1944, nella città sotto occupazione tedesca si attendeva l’arrivo delle truppe alleate, credendolo a torto imminente (p. 19-28). Il diario inizia il 18 giugno per concludersi il 18 agosto dello stesso anno, data in cui Firenze era stata ormai liberata da una settimana. Non si tratta di un diario intimo ma del resoconto, in un certo senso etico e politico, dei pensieri e delle azioni di una donna altruista. Camilla è impegnata nell’aiuto verso amici, familiari e concittadini d’origine ebraica, soprattutto dopo l’8 settembre 1943 nel costante pericolo di essere arrestati e deportati in Germania, ed è solidale in parole e fatti col marito Giulio Supino del tutto coinvolto col Partito d’Azione nella lotta antifascista toscana e bolognese. Un tipo di resistenza civile femminile, quello di Camilla, umile e spontaneo, sebbene fortemente culturale, ma non per questo meno incisivo. Essendo mamma, è anche di continuo preoccupata di risparmiare dolori e amarezze alla figlia Valentina che ha allora 8 anni. Nel contempo soffre per la totale dispersione subita dalla sua famiglia a causa della persecuzione. Uno dei suoi fratelli, Alberto, ha integrato come volontario l’VIII Armata britannica e risalirà la penisola con gli Alleati. I suoi genitori Elisa e Moses si sono messi invece in salvo in Svizzera nel maggio 1944.
3Il racconto autobiografico su questo viaggio avventuroso a lieto fine scritto da sua madre, Elisa Rosselli, è già stato pubblicato in una rivista di Lugano nel 1993, dopo aver subito però vari tagli, e dell’originale, un libro di memorie molto più lungo e articolato che risale al 1946, si è purtroppo perduta la traccia. Resta dunque solo il breve racconto della fuga in Svizzera col marito Moses Benaim e una loro figlia, Rebecca : l’autrice descrive come passano clandestinamente la frontiera e l’accoglienza riservata loro dalle autorità elvetiche. Come sottolinea la curatrice Marta Baiardi – che tanto nell’introdurre il diario di Camilla quanto nel presentare questo secondo racconto ci offre uno spaccato storico di indiscutibile chiarezza – molti ebrei in cerca di salvezza bussarono disperati alle porte della Svizzera ma quasi una metà di loro (si calcola circa 24.500) furono in verità respinti (p. 212). I contrabbandieri comaschi avevano domandato ai Benaim 47.000 lire per portarli fino alla frontiera. I fuggiaschi speravano che nessuno li tradisse perché, in quei tempi bui, denunciare un ebreo faceva guadagnare al delatore ariano 12.000 lire. Del resto, nell’Italia occupata dai nazifascisti, come racconta la nipotina Valentina ormai diventata adulta, denunciare un partigiano faceva guadagnare alla spia non solo soldi, ma anche 5 chili di sale (p. 299), un salario… Il terzo racconto è dunque quello di Valentina Supino, già pubblicato presso Laterza nel 1995. Se lo stile cambia completamente, si riconosce però la stessa aria di famiglia e si apprezza la diversa angolatura con cui si rivedono storie già narrate da sua madre Camilla. Questo non è il minor pregio del trittico riunito da Marta Baiardi : mostrarci le stesse persone, gli stessi eventi, visti da occhi e sensibilità totalmente diversi. La presa di Monte Cassino (p. 289) è secondo la bimba per esempio una cattiva notizia, perché ciò significherà presto la fine della guerra, quindi la fine di quella incredibile vacanza in cui non si va mai a scuola e si va invece sempre a giro con papà per curiose perlustrazioni ed erranze cittadine. C’è persino un tono nostalgico nei ricordi di Valentina giacché, passando indenne attraverso la triste ed eccezionale bufera, protetta da tanta solidarietà familiare, la piccola diventata grande può misurare quanto la vita sia più forte della guerra e l’infanzia, malgrado tutto, un mondo di sogno e di magia destinato un giorno ad essere comunque rimpianto. Il destino dell’uomo è infatti in ogni caso tragico giacché il suo breve passaggio su questa terra si iscrive nel corso inesorabile del tempo : Vanitas vanitatum…
4Una lettura magnifica, istruttiva e commovente in cui l’ebraismo patriottico e mazziniano dei Rosselli, Benaim e Supino, volto verso valori di giustizia e libertà, dà a noi tutti con molta umiltà una lezione di apertura mentale, cosmopolitismo culturale, fratellanza umana e impegno politico.
Pour citer cet article
Référence papier
Viviana Agostini-Ouafi, « Camilla Benaim, Elisa Rosselli e Valentina Supino, Memorie di guerra e di persecuzione. Tre generazioni a confronto (Firenze 1943-1944) », Transalpina, 16 | 2013, 244-246.
Référence électronique
Viviana Agostini-Ouafi, « Camilla Benaim, Elisa Rosselli e Valentina Supino, Memorie di guerra e di persecuzione. Tre generazioni a confronto (Firenze 1943-1944) », Transalpina [En ligne], 16 | 2013, mis en ligne le 08 avril 2022, consulté le 13 mai 2025. URL : http://journals.openedition.org/transalpina/1873 ; DOI : https://doi.org/10.4000/transalpina.1873
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