1861 : I pittori del Risorgimento. Catalogo ragionato della Mostra tenutasi a Roma nelle Scuderie del Quirinale, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi (a cura di)
1861 : I pittori del Risorgimento. Catalogo ragionato della Mostra tenutasi a Roma nelle Scuderie del Quirinale, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi (a cura di), Milano, Skira, 2010, 182 p.
Texte intégral
1In occasione della grande mostra che ha ufficialmente aperto le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nelle sale romane delle Scuderie del Quirinale, gli storici dell’arte Fernando Mazzocca e Carlo Sisi hanno curato le pagine di questo catalogo ragionato che comprende quaranta riproduzioni a colori delle opere in esposizione, presentate da schede molto approfondite a firma di Anna Villari e altri critici d’arte. A dispetto del titolo, l’apparato iconografico prende in esame le opere comprese tra il 1848 e il 1870, partendo da « Gli abitanti di Parga che abbandonano la loro patria, quei Greci di ogni ceto costretti ad abbandonare le loro case e la loro patria durante la lotta di liberazione dalla dominazione ottomana » (p. 17), scrive nella parte introduttiva il senatore Giuliano Amato.
2Il catalogo è preceduto da un lungo e ben documentato excursus di Fernando Mazzocca sulla cronaca della guerra nella pittura di battaglie, evocando esempi illustri della terra francese : dal Napoleone sul campo di battaglia di Eylau (oggi Kaliningrad, Russia) di Antoine-Jean Gros (1808, Louvre) alla Presa del forte di Malakoff in Crimea dell’ammiratissimo Horace Vernet (1858, Musée Rolin, Autun), due autori che rivoluzionarono la pittura di genere storico-militare, dando movimento, raccontando una storia, al fine di fornire modalità di riflessione e non di limitarsi ad illustrare un’estetica accozzaglia di cavalli, armi ed eserciti simili a tante figurine inanimate. Segue il periodo fecondo (rivalutato solo di recente) dei pittori-soldato : i fratelli Domenico e Gerolamo Induno, il loro cognato Angelo Trezzini, Giovanni Fattori e i suoi commilitoni Telemaco Signorini, Odoardo Borrani e Silvestro Lega (in seguito tutti e quattro macchiaioli), Federico Faruffini (amico fraterno di Enrico Cairoli), il casalese Eleuterio Pagliano e il partenopeo Michele Cammarano.
3Del periodo immediatamente successivo all’unità d’Italia, Mazzocca ci mostra alcuni dipinti tra i meno noti (ma non per questo meno suggestivi) : come, ad esempio, quello di un giovane pittore comasco, Giuseppe Reina, che ha per titolo Una triste novella (1862). L’opera in questione presenta le qualità dei tributi intertestuali : l’immagine ritrae una giovane donna in piedi, ma appoggiata a un tavolino posto sotto a una finestra aperta. Non ha lettere in mano, ma guarda assorta un’immagine : la riproduzione del celeberrimo Bacio di Hayez. Tale dipinto è altresì citato in un quadro di Gerolamo Induno (Triste presentimento, 1862) – ben visibile all’interno della tela –, appeso al muro e alle spalle della « giovane popolana discinta […] » (Fernando Mazzocca, Francesco Hayez : Il Bacio, Cinisello Balsamo, Silvana editoriale, p. 13) e – in maniera più accennata, come omaggio – nel bacio materno al volontario garibaldino in partenza (Un grande sacrificio, 1860) sempre di Gerolamo. Il Bacio dell’artista veneziano è un’opera che Hayez quasi settantenne dipinse su commissione nel 1859 – in piena guerra d’indipendenza – e che subito conobbe un successo folgorante tant’è che ne circolavano parecchie copie. Il motivo della sua fama è dovuto in parte al pacato erotismo della scena rappresentata e in parte al suo significato patriottico che incendierà i pittori del Risorgimento, affascinando persino il regista Luchino Visconti che lo riprodurrà (restituendo alla scena i costumi ottocenteschi) nel celeberrimo film Senso (1954) tratto dall’omonima novella di Camillo Boito.
4La mostra e – conseguentemente – questo catalogo permettono la visione di dipinti prestigiosi altrimenti sparsi in tutta la penisola italiana : come, ad esempio, Il passaggio sul Ticino a Sesto Calende dei Cacciatori delle Alpi il 23 maggio 1859, di Eleuterio Pagliano, conservato a Varese. In questa tela di grande formato (2,30 x 6 mt), il pittore di Casale Monferrato ritrasse nel 1865 oltre settanta personaggi tra i quali spiccano Garibaldi e il figlio Menotti, Bixio, Nievo, Guastalla, Gerolamo Induno, Medici, Cosenz, De Albertis, lo stesso Pagliano, Enrico, Benedetto ed Ernesto Cairoli. Gli uomini vestono le uniformi blu dei Cacciatori delle Alpi, comandati da Giuseppe Garibaldi (lui col sempiterno tabarro), appena nominato maggiore generale. A sorpresa, nella notte del 22 maggio 1859 hanno passato il Ticino, aprendo in questo modo ufficialmente le ostilità con l’Austria. Quattro giorni dopo, durante la battaglia di Varese, perderà la vita Ernesto Cairoli (la cui morte sarà ritratta dall’amico Faruffini), e poi altri quattro protagonisti ritratti nella tela. L’anno successivo questo corpo formato da esiliati italiani accorsi in soccorso del Piemonte sarà trasformato in Brigata Alpi (51° e 52° reggimento dell’esercito sardo) e parteciperà alla spedizione dei Mille (vi perderà la vita Ippolito Nievo, durante il naufragio del vapore Ercole).
5Osserva Silvia Regonelli che in quest’opera, fedele nei ritratti ma fredda nel risultato finale a causa della sua solenne immobilità, « l’effetto è in parte voluto : Pagliano in questo modo rende più intensa la sacralità del momento, assimilandolo a una composizione rinascimentale » (p. 88), anche se l’autrice della scheda non dimentica che il ricorso alla fotografia prima della composizione del quadro ne ha cristallizzato le espressioni vitali.
6Ci soffermiamo infine su Lo scoppio del cassone (1880), un olio di Giovanni Fattori il quale, molto dopo l’unità d’Italia, dipingerà una serie di quadri che raffigurano una realtà non eroica, anche se dolorosa e tragica, con una durezza che non sempre piacque alla critica coeva, come ad esempio questo carro che trasporta munizioni ed esplode : « con i cavalli imbizzarriti, i soldati caduti e travolti, i pezzi di carro che ancora schizzano nell’aria » (p. 162). Un episodio drammatico e anonimo, questo, che il vecchio patriota livornese dipinge con l’amaro pennello del disincanto.
Pour citer cet article
Référence papier
Jacqueline Spaccini, « 1861 : I pittori del Risorgimento. Catalogo ragionato della Mostra tenutasi a Roma nelle Scuderie del Quirinale, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi (a cura di) », Transalpina, 16 | 2013, 256-258.
Référence électronique
Jacqueline Spaccini, « 1861 : I pittori del Risorgimento. Catalogo ragionato della Mostra tenutasi a Roma nelle Scuderie del Quirinale, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi (a cura di) », Transalpina [En ligne], 16 | 2013, mis en ligne le 08 avril 2022, consulté le 12 mai 2025. URL : http://journals.openedition.org/transalpina/1933 ; DOI : https://doi.org/10.4000/transalpina.1933
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