Libertini italiani. Letteratura e idee tra 17° e 18° secolo, Alberto Beniscelli (a cura di)
Libertini italiani. Letteratura e idee tra 17° e 18° secolo, Alberto Beniscelli (a cura di), Milano, BUR, 2012, 911 p.
Texte intégral
1Esondando dall’ambito cronologico dichiarato nel titolo, l’ultimo dei brani antologizzati nella bella raccolta curata da Alberto Beniscelli è tratto dai leopardiani Paralipomeni della Batracomiomachia, composto a Napoli a partire dal 1831, e questo perché, secondo quanto scrive il curatore nell’introduzione, « dotato di acuti sensori ricettivi, il pensatore-poeta si colloca in una nevralgica posizione da cui guarda indietro, con l’interesse di chi vuole abbracciare vasti campi del sapere […]. Leopardi lo si può attraversare in molti modi. Ma credo che sia possibile definirlo anche come l’ultimo grande ‘libertino erudito’ » (p. XXXIX-XL). Un approdo importante, questo rimarcato da Beniscelli, che sancisce l’importanza di una parabola intellettuale per la quale, nel corso dei due secoli e mezzo precedenti il Recanatese, si possono annoverare, tra i moltissimi altri, nomi del calibro di Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Paolo Sarpi, Giulio Cesare Vanini, Pietro Giannone, Ferdinando Galiani, Lorenzo Da Ponte e Giacomo Casanova.
2Il volume – che ha anche il merito di mettere in evidenza i profondi legami e le reciproche influenze esistenti in questo specifico campo tra la cultura italiana e quella francese – ricostruisce mirabilmente l’evoluzione storica del pensiero libertino e, chiarendo puntualmente quali sono le sue fonti classiche e rinascimentali, da Lucrezio a Apuleio a Epicuro, da Machiavelli a Pietro Pomponazzi, articola il suo percorso in undici capitoli : Tra antichi e moderni : la natura e l’agire dell’uomo ; Libertà dell’indagine : la religione, la storia, la politica ; La polemica contro la chiesa romana ; ‘De rerum natura’ : scienza e astrologia ; Narrazione e messinscena dell’eros ; Il rovescio dell’amore : natura, istinti, infelicità, « niente » ; La dissacrazione del riso ; Vite e autobiografie ; Nuova scienza e « libertas philosophandi » ; Luoghi, consuetudini, mitografie libertine ; Satire di costume e radicalità del pensiero. L’articolazione del volume consente di ben illustrare la varietà e la complessità dei postulati della filosofia di quei liberi pensatori che, secondo la definizione datane dal gesuita François Garasse nel suo intervento Contre les atheistes et les libertins de notre siècle, « identificano Dio con la natura, rinnegano l’intervento divino nelle vicende umane, rifiutano ogni forma di trascendenza e mostrano infine un’intenzione irridente e dissacratoria nei confronti dei dogmi e dei riti ecclesiastici » (p. VI), oltre ovviamente a essere, soprattutto nella loro evoluzione settecentesca, immorali violatori dei costumi e anarchici esaltatori delle molteplici possibilità offerte al genere umano da un approccio non convenzionale alla sessualità. Come segnala Beniscelli, le due anime appena citate del libertinismo, quella scettico-naturalistica e quella edonistico-eudemonistica, possono convivere in una stessa personalità o in uno specifico gruppo e sono entrambe meritevoli di approfondite ricerche finalizzate a una migliore storicizzazione dell’evoluzione di questa corrente di pensiero e alla definizione biografica e intellettuale di coloro che se ne fecero portatori e divulgatori.
3Ciò che risulta evidente dal panorama di letture offerte dall’antologia, è la tradizione ‘alta’ a cui si può far risalire quel prodotto particolare della cultura occidentale moderna che risponde al nome di relativismo, di cui il libertinismo è una componente costitutiva, che fa dell’incertezza antidogmatica un volano epistemologico attraverso il quale, tolta di mezzo ogni ipoteca trascendentalista, si può veramente cercare di fondare il nuovo approccio all’indagine del mondo. Come scrive ancora Beniscelli, « […] nella considerazione più larga del termine libertinismo, più prossima o comunque dialogante con quella di anticonformismo, è sufficiente allontanare Dio, farne a meno, assegnare uno spazio separato alla religione ‘rivelata’ e occuparsi delle realtà terrene […]. Su questa linea, che attraversa gli érudits francesi come il settecentesco deista Pietro Giannone […] l’‘incertezza’ dipende anche dalla convinzione che occorra saper mutare la propria opinione perché non ne esiste una, universale e giusta » (p. XX).
4Pur nell’evoluzione da una fase più erudita ad una più attenta alla comunicazione – declinata secondo i generi allora in voga dell’espressione letteraria, teatro, romanzo, autobiografia, e quindi maggiormente orientata verso una dimensione mondana – persiste una sicura continuità tra il libertinismo seicentesco e quello del secolo successivo, non solo per quanto riguardo i temi trattati, ma anche, anzi forse soprattutto, per la naturale diffidenza provata dal libertino nei confronti di chiunque voglia trasformare il mondo in una realtà ordinata e regolata da leggi definitive. Al contempo, si fa ancora più stretta la necessità di uno stretto contatto con la cultura francese, dalla quale i liberi pensatori italiani traggono spunti e suggestioni irrinunciabili per il progresso di questa forma di pensiero.
5Ovviamente, proprio grazie alla sua attitudine all’indagine priva di pregiudizi, il libertinismo erudito costituisce una delle premesse essenziali dell’illuminismo, da cui però si discosta per la sua peculiare e già ricordata avversione contro qualsivoglia forma di dogmatica sistemazione del pensiero e perché dei Lumi non condivide l’ottimismo speculativo che inganna l’umanità sulla sua condizione, imbrigliandola nei lacci di quelle « magnifiche sorti e progressive » (Leopardi, La ginestra o il fiore del deserto, v. 51) non a caso stigmatizzate proprio da Leopardi.
Pour citer cet article
Référence papier
Luca Bani, « Libertini italiani. Letteratura e idee tra 17° e 18° secolo, Alberto Beniscelli (a cura di) », Transalpina, 16 | 2013, 264-265.
Référence électronique
Luca Bani, « Libertini italiani. Letteratura e idee tra 17° e 18° secolo, Alberto Beniscelli (a cura di) », Transalpina [En ligne], 16 | 2013, mis en ligne le 08 avril 2022, consulté le 13 mai 2025. URL : http://journals.openedition.org/transalpina/1969 ; DOI : https://doi.org/10.4000/transalpina.1969
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