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Recension bibliographique
Comptes rendus

Andrea Giuseppe Cerra, Siete contente di essere donna ? Esperienze di filantropia e istituzioni femminili nel Meridione d’Italia (XIX-XX sec.)

Laura Fournier-Finocchiaro
p. 211-213
Référence(s) :

Andrea Giuseppe Cerra, Siete contente di essere donna ? Esperienze di filantropia e istituzioni femminili nel Meridione d’Italia (XIX-XX sec.), Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2024, 186 p.

Texte intégral

1Andrea Giuseppe Cerra propone un’indagine accurata e originale su una storia in gran parte ancora sommersa : quella dell’emancipazione femminile nel Mezzogiorno d’Italia tra XIX e XX secolo, tracciata attraverso pratiche filantropiche, istituzioni educative, cooperative e congregazioni religiose. Con un approccio attento alle specificità locali, ma sempre aperto al dialogo con la dimensione nazionale e internazionale, il libro ricostruisce un mosaico di esperienze concrete attraverso cui le donne del Sud hanno costruito, nonostante l’esclusione dalla cittadinanza formale, ruoli sociali, educativi e culturali alternativi e incisivi.

2Il primo capitolo è dedicato alla Legione delle Pie Sorelle, un’istituzione educativa fondata in Sicilia durante i moti del 1848, che rappresenta un esempio emblematico di associazionismo femminile di matrice religiosa, ma con una struttura organizzativa ispirata a principi democratici. Grazie alla documentazione fornita dall’omonima rivista, Cerra ricostruisce la parabola di un’utopia femminile patriottica e istruttiva, animata da figure come la poetessa Rosina Muzio Salvo e la principessa di Butera. L’esperienza, seppur breve, testimonia l’intreccio tra slancio nazionale e desiderio di emancipazione personale e collettiva.

3Nel secondo capitolo, l’attenzione si sposta sull’istruzione e il lavoro femminile in Sicilia tra Ottocento e Novecento. Viene analizzato il sistema scolastico del Regno delle Due Sicilie, segnato da un’educazione femminile subordinata ai « lavori donneschi », ma anche da tentativi innovativi, come il precoce Manuale per l’adolescenza scritto dalla quindicenne Rosa Miccione. Particolarmente interessante è il focus sulla figura della « mammana », la levatrice custode di un sapere corporeo e relazionale che, pur riconosciuto e valorizzato nelle comunità, perde la sua identità e autonomia con lo sviluppo dell’Ostetricia. Cerra mette inoltre in luce la forte partecipazione delle donne alla vita economica siciliana nell’Ottocento, evidenziando però come la Legge Carcano del 1902, pur nel tentativo di tutela, abbia finito per limitare l’accesso delle donne al lavoro salariato.

4Il terzo capitolo affronta il rinnovamento delle congregazioni religiose femminili nell’Ottocento, che hanno svolto un importante ruolo di mediazione e promozione sociale. In particolare, le Figlie di Maria Ausiliatrice (le salesiane) emergono come promotrici di una nuova visione della donna, fondata sulla dignità e sulla partecipazione attiva. Tuttavia, l’Unità d’Italia segna anche l’inizio di un processo di laicizzazione delle istituzioni educative, con tensioni evidenti nel campo della formazione delle giovani generazioni.

5Il quarto e ultimo capitolo si concentra sulle pratiche meridionali del femminismo filantropico nei primi del Novecento. Cerra analizza l’attività di realtà come la Sezione di Napoli dell’Associazione Per la Donna, guidata da Irma Melany, e l’azione delle sezioni meridionali dell’Unione Femminile. Particolare rilievo è dato alla figura di Etta De Viti de Marco e alla Fondazione « Le Costantine » di Casamassella nel Salento, eredi di un modello di imprenditoria filantropica e solidarietà attiva.

6L’appendice documentaria, con estratti da Le Industrie Femminili Italiane (1906), arricchisce il volume con materiali preziosi per la ricerca.

7Non si tratta quindi di una storia di grandi donne nei ruoli tradizionali della politica o della letteratura, quanto piuttosto di una ricognizione attenta delle pratiche sociali, educative ed economiche con cui donne meridionali hanno contribuito in modo decisivo alla costruzione sociale della cittadinanza femminile. Cerra restituisce dignità storiografica a queste esperienze, evidenziando come esse abbiano formato una vera e propria catena genealogica che ha posto le basi per l’idea cooperativa e solidale della « donna nuova » nel Mezzogiorno del Novecento. Siete contente di essere donna ? è quindi un contributo importante alla storia di genere e alla storia sociale dell’Italia meridionale, capace di coniugare rigore documentario, sguardo critico e sensibilità interpretativa. Un libro che restituisce voce a soggetti troppo a lungo rimasti ai margini della narrazione storica.

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Pour citer cet article

Référence papier

Laura Fournier-Finocchiaro, « Andrea Giuseppe Cerra, Siete contente di essere donna ? Esperienze di filantropia e istituzioni femminili nel Meridione d’Italia (XIX-XX sec.) »Transalpina, 28 | 2025, 211-213.

Référence électronique

Laura Fournier-Finocchiaro, « Andrea Giuseppe Cerra, Siete contente di essere donna ? Esperienze di filantropia e istituzioni femminili nel Meridione d’Italia (XIX-XX sec.) »Transalpina [En ligne], 28 | 2025, mis en ligne le 16 septembre 2025, consulté le 07 novembre 2025. URL : http://journals.openedition.org/transalpina/5925 ; DOI : https://doi.org/10.4000/14ohd

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